“Migliaia di imprese che hanno operato nell’ambito dei bonus in edilizia e del Superbonus 110% rischiano di fallire a causa del blocco del sistema della cessione dei crediti di imposta”. Lo afferma Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo, intervenendo di nuovo per denunciare la mole di milioni di euro ferma nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario, di migliaia di imprese edili che sono ora a rischio fallimento.
A tal proposito Confartigianato ha elaborato una serie di proposte per sanare la situazione pregressa”.
Questi i punti del piano messo a punto dalla Confederazione:
- intervento straordinario da parte dello Stato che metta in campo un compratore di ultima istanza con il coinvolgimento immediato, ad esempio, di Cassa Depositi e Prestiti e Poste spa;
- conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato;
- ampliare della platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali;
- consentire l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita e derivante dalla concessione di sconti in fattura. Infatti, molte imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi mesi dell’anno 2021 non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti. Se non dispongono di capienza fiscale, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata;
- riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022. Sono molte le imprese che, per motivi diversi (inerzia di un soggetto terzo incaricato, rifiuto del cessionario per errori formali contenuti nella comunicazione di opzione) non hanno potuto trasmettere (o ritrasmettere) la comunicazione nel termine del 29 aprile. Peraltro, è stata rappresentata l’opportunità di prevedere, a regime, l’eliminazione di un termine rigido almeno per lo sconto in fattura, o di introdurre un termine più ampio. In alternativa, potrebbe essere introdotta la possibilità di una “remissione in bonis”;
- semplificare e unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione, in modo da garantire tempi ragionevoli e sufficiente certezza tra gli operatori-imprese che confidano nella monetizzazione del credito;
- rendere interoperabili le piattaforme utilizzate dai diversi istituti di credito al fine di semplificare ed unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione.
“E’ necessario che anche in ambito legislativo, ma con norme chiare e non mutevoli come accaduto nei mesi scorsi, venga garantito alle imprese del settore di operare serenamente nell’ambito degli interventi previsti dal Superbonus 110% – conclude De Simone -. Perché il continuo susseguirsi di cambi della disciplina sulla cessione dei crediti rischia di mandare in tilt un comparto che ha trainato la ripresa del Paese lo scorso anno e che ora rischia di saltare per carenza di liquidità. Confartigianato continuerà a battersi al fianco delle imprese per la rimozione di un blocco che lascia cittadini, aziende e operatori economici nella totale incertezza”.