Si aggiunge un’altra puntata alla vicenda del Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti voluto dal Ministero dell’Ambiente, che ha creato innumerevoli problemi alle piccole imprese. Nel mese di luglio l’on. Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera, aveva chiesto il Ministro dell’Ambiente “il coraggio di realizzare un sistema di tracciabilità dei rifiuti semplice, efficace e trasparente”. Praticamente era l’invito a fermarsi su un progetto che sembra non avere sbocchi positivi. Se la risposta non è arrivata dal Ministero, è arrivata dalla Selex che è fornitore del sistema di tracciabilità. É apparso infatti nel sito internet di Finmeccanica, la notizia che la Selex ha comunicato al Ministero dell’Ambiente l’intenzione di non proseguire nell’ambito del programma Sistri oltre la scadenza contrattuale del 30 novembre prossimo.
Selex è una società controllata da Finmeccanica e con una comunicazione del 21 luglio indirizzata la Ministro Gian Luca Galletti, ha spiegato le motivazioni di tale decisione. Nella comunicazione la Selex si è dichiarata disponibile a gestire il Sistri fino alla scadenza contrattuale a fronte di un’offerta limitata di servizi, tale da minimizzare i costi e i danni a proprio carico e di consentire comunque al Ministero di effettuare tempestive ed adeguate comunicazioni agli utenti sulle modalità operative nelle fasi successive alla cessazione del servizio. Inoltre Selex, precisa che ogni responsabilità connessa all’interruzione del servizio al termine del contratto sarà di esclusiva competenza del Ministero dell’Ambiente. Secondo la Selex i numerosi interventi sul Sistri, hanno comportato un enorme squilibrio contrattuale, tanto nella fase precedente la sospensione del programma quanto in quella del riavvio, minandone irrimediabilmente il profilo economico-finanziario e la sostenibilità della prosecuzione. Confartigianato da anni sostiene che il Sistri è inadeguato per le piccole imprese, ma ancor di più per le esigenze del Paese. “Con grandi difficoltà – afferma Confartigianato – siamo riusciti a limitare la platea dei soggetti obbligati ad aderire a questo sistema. Cinque anni di autentiche battaglie per fare capire una cosa evidente alla maggioranza degli imprenditori, ovvero che questo sistema di tracciabilità dei rifiuti è oneroso e complesso, in poche parole inapplicabile per la tipologia delle imprese italiane. Oggi leggiamo che la Selex non intende rinnovare il contratto con il Ministero dell’ambiente per il sistema di tracciabilità che lei aveva strutturato. Riteniamo di poterne prendere atto senza particolare sofferenza da parte nostra. A questo punto ci aspettiamo di non arrivare a novembre per capire cosa dobbiamo dire ai nostri associati su questa penosa vicenda. Speriamo solo che il Ministro dell’ambiente metta la parola fine a questa bruttissima esperienza che le imprese, ma anche l’intero Paese, hanno dovuto subire in questi anni. Per noi – conclude Confartigianato – la vicenda del Sistri dovrebbe fermarsi qui”.