“L’emergenza dei rincari di elettricità e gas va affrontata subito sia con scelte concertate a livello europeo sia con misure nazionali. Gli aumenti di prezzo provocati dalla guerra in Ucraina stanno mettendo in ginocchio le piccole imprese italiane che, già prima della pandemia, pagavano il prezzo dell’energia elettrica più alto d’Europa. Basti dire che, nel secondo semestre 2021, le piccole imprese italiane hanno subito aumenti dell’elettricità pari al +23,8%, a fronte del +2,1% di Francia e Germania”.
Lo ha sottolineato Confartigianato oggi all’audizione presso la Commissione Industria del Senato sull’atto Ue ‘Sicurezza dell’approvvigionamento e prezzi dell’energia accessibili: opzioni per misure immediate e in vista del prossimo inverno’.
Sul fronte europeo, Confartigianato ritiene indispensabile giungere rapidamente all’introduzione di un tetto al prezzo del gas e, a livello italiano, sollecita interventi finalizzati a contenere l’impatto dei rincari energetici sulle micro e piccole imprese.
In particolare, la Confederazione chiede l’annullamento degli oneri generali del servizio elettrico anche per il III trimestre dell’anno in corso il cui spostamento in fiscalità generale dovrebbe divenire strutturale, oltre alla riduzione, da 4 a 2 anni, della durata di assegnazione del servizio a tutele graduali per le microimprese, che partirà il 1° gennaio 2023.
Inoltre, sollecita l’applicazione alle piccole imprese, per il primo trimestre 2022, del credito d’imposta già previsto per le imprese energivore e gasivore. Per semplificare il calcolo del credito d’imposta, Confartigianato propone che, nel caso di identità del fornitore di energia tra i primi due trimestri del 2019 e i primi due trimestri del 2022, sia il venditore stesso a fornire i dati utili a determinare il contributo straordinario.
In generale, Confartigianato ritiene necessario che gli interventi contro il caro-energia siano finalizzati a salvaguardare la competitività delle imprese e l’occupazione.