Sembra un déjà vu ma non lo è: riparte la campagna della Rai per la richiesta del pagamento del “canone speciale”, l’appuntamento che da qualche anno a questa parte vede protagoniste le imprese italiane. Più volte segnalate al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Antitrust e al Garante della Privacy, le richieste che arrivano sono le più diverse e coinvolgono a vario titolo tutta la tipologia di imprese, comprese quelle di trasporto di persone e cose.
«Ciclicamente assistiamo a questo comportamento invasivo e insistente da parte della Rai – spiega Andrea De Simone, direttore di Confartigianato Imprese di Viterbo – che lascia pensare a un’intenzione precisa volta a fiaccare la resistenza delle imprese, inducendole così al pagamento di questo canone speciale che, il più delle volte, non sono tenute a corrispondere».
Le segnalazioni degli imprenditori denunciano una situazione in cui spesso le richieste avanzate dalla Rai vengono reiterate più volte in capo al medesimo soggetto, con toni tassativi che aleggiano sanzioni gravi in caso di mancato pagamento. Inevitabilmente si tende a credere che questa campagna petulante venga pianificata con cadenza annuale dall’Ufficio abbonamenti della società, nella convinzione che, facendo leva sul linguaggio perentorio, le imprese raggiunte, corrispondendo il cosiddetto canone speciale, sottoscrivano l’abbonamento Radio/TV.
«Quello che come associazione ripetiamo – incalza De Simone – è che non sono intervenute modifiche della situazione di fatto e di diritto che giustifichino un diverso atteggiamento delle imprese rispetto a tali richieste. L’articolo 1 del RDL n. 246/1938 si riferisce al servizio di radiodiffusione; pertanto, non include altre forme di diffusione del segnale audio/video basate su portanti fisici diversi da quelli radio, come Web radio, Web TV, IPTV». In altre parole il canone è dovuto solo in presenza di un’antenna o di un dispositivo idoneo a sostituire tale impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici. In questa nuova campagna per il canone speciale Rai, inoltre, le richieste sottolineano gli “impianti di videosorveglianza” che, qualora incorporino apparecchiature idonee a ricevere il segnale televisivo e ancorché non vengano utilizzate per usufruire dei canali TV, darebbero luogo all’obbligo di corrispondere il canone. «Una circostanza, quest’ultima – conclude il direttore –, che nella maggior parte dei casi non si verifica e, pertanto, nulla è dovuto. Esortiamo le imprese che non siano assolutamente in possesso di alcun apparecchio che comporti l’obbligatoria corresponsione del canone speciale, ad inviare alla Rai una lettera Raccomandata con ricevuta di ritorno o a mezzo PEC e di ignorare i successivi eventuali solleciti».
Sul nostro sito, nella sezione ‘documenti’ ( http://bit.ly/confartigianatoDOCUMENTI ) è possibile scaricare il facsimile della raccomandata da spedire alla società. Per altre informazioni relative alla campagna per il canone speciale contattare i nostri uffici al numero 0761 33791 oppure scrivendo a info@confartigianato.vt.it