“Stiamo assistendo in questi ultimi mesi ad un rialzo inaccettabile dei prezzi delle materie prime legate all’edilizia che sta mettendo in seria difficoltà le aziende del settore, le quali hanno da tempo stipulato contratti con enti pubblici e clienti privati con prezzi ormai non più attuali”. Lo afferma Michael Del Moro, presidente di Confartigianato Imprese di Viterbo e Confartigianato Lazio, esprimendo preoccupazione per un trend al rialzo dei prezzi dei materiali edili che crea difficoltà alle aziende del settore.
“Faccio alcuni esempi – continua -: il ferro da costruzione e i metalli da lattoneria hanno subito un aumento di oltre il 30%, il legno lamellare di oltre il 60%, arrivando a costare addirittura più del pregiato legno di castagno. Ma il più grave degli aumenti è quello delle materie plastiche, con un +30%/40% del costo dei materiali isolanti”.
“Questi pesanti rincari rischiano di tarpare le ali al settore dell’edilizia, oggi traino della nostra economia, che grazie ai bonus introdotti dal Governo stava piano piano rialzando la testa – afferma Del Moro -. Le ripercussioni sulle pmi sono pesantissimi, in quanto esse si trovano a dover onorare contratti firmati da tempo con prezzi ormai superati. Come Confartigianato chiediamo con urgenza alla Regione Lazio di revisionare al rialzo immediatamente il prezziario regionale 2020, che risulta già pesantemente inadeguato, mentre al Governo chiediamo di consentire alle stazioni appaltanti la revisione dei prezzi, incrementandoli per assecondare quelli che ormai sono i nuovi adeguamenti del mercato. Infine, è necessaria una riflessione sull’opportunità di introdurre un prezzario unico nazionale per l’edilizia, al fine di appianare le disparità territoriali oggi esistenti visto che il contratto dei lavoratori edili è nazionale e i prezzi delle materie prime sono più o meno identici in tutta la penisola”.
“Come presidente di Confartigianato Imprese Viterbo e Lazio ho già chiesto un incontro urgente alla Regione – conclude – per discutere di questa emergenza che rischia di penalizzare un comparto che era in ripresa e che potrebbe risollevare l’intera economia del Paese”.