“Le Camere si insedieranno il 13 ottobre, il nuovo governo sarà in carica a novembre presumibilmente. Ma famiglie e imprese non possono aspettare, non c’è più tempo: serve, anzi sarebbe servito già settimane fa, un intervento immediato del Governo non per varare nuovi crediti di imposta, ma per dare liquidità ad aziende e lavoratori ridotti allo stremo. Servono seduta stante provvedimenti straordinari del Governo Draghi: oggi, domani al massimo, non fra qualche settimana. Perché altrimenti sarà tardi e in tanti, troppi, avranno già alzato bandiera bianca sotto il peso dei rincari”.
Il grido di allarme lo lancia il segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo, Andrea De Simone, che, toccando con mano le difficoltà estreme in cui versano le pmi nel nostro territorio – ma la situazione è identica in tutto il Paese -, chiede di non attendere oltre per varare interventi che diano respiro alle imprese. “Siamo in una situazione se possibile ancora peggiore di quella dovuta alla pandemia – afferma -, il rischio default per il caro energia riguarda 882mila micro e piccole imprese con 3 milioni e mezzo di addetti, pari al 20,6% dell’occupazione dell’intero sistema imprenditoriale italiano. Rischiamo un’ecatombe, servono interventi immediati ma anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti. A cominciare dal price cap e dall’immissione di liquidità, come fatto in Inghilterra e Germania, sia con scostamenti di bilancio sia con risorse del PNRR. Sui tavoli nazionali di confronto col Governo la nostra associazione si sta battendo per questo”.
E poi va affrontato anche il problema delle cartelle esattoriali, che insieme alle bollette impazzite stanno soffocando le aziende. “Come accaduto durante la pandemia, è necessario reintrodurre il blocco dell’attività dell’Agenzia per la riscossione – conclude -, perché il mix cartelle più bollette è letale. E sarebbe auspicabile una nuova moratoria per i prestiti bancari, le cui rate stanno schizzando in alto a causa dell’aumento dei tassi di interesse, perché da qui a qualche settimana anche il sistema finanziario rischia di vedere aumentato lo stock dei crediti deteriorati”.