Il ruolo della manifattura nella transizione digitale è al centro dei lavori della riunione ministeriale G7 su Industria, Tecnologia e Digitale che si apre domani a Verona e presieduta dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
G7, Italia locomotiva nella ripresa post pandemia – Il sistema delle imprese italiane, caratterizzate da una diffusa presenza di micro e piccole imprese (MPI), ha supportato il maggiore dinamismo dell’economia italiana tra i paesi del G7 nella ripresa post pandemia.
Tra il 2019 e il 2023 l’Italia si colloca al 2° posto tra i paesi del G7 per crescita del PIL pro capite, segnano un +3,4% dietro al +6,3% registrato negli Stati Uniti, per salire al 1° posto per altre quattro variabili economiche chiave. Per riduzione del tasso di disoccupazione, con un calo di 2,0 punti percentuali (p.p.) nel periodo, per crescita del rapporto investimenti/PIL, con un aumento di +3,1 p.p., per crescita volume di esportazioni di beni e servizi, con un aumento cumulato del 10,3%.
Inoltre, l’Italia si colloca al 1° posto per riduzione del peso delle entrate fiscali sul PIL tra il 2023 e il 2028, con una diminuzione di 2,2 p.p. nel periodo in esame.
Intelligenza Artigiana, la sfida dell’IA – Una crescente digitalizzazione dei processi produttivi e lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale (IA) porterà ad un nuovo equilibrio del portafoglio delle competenze imprenditoriali, un fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore accentra su di sé attività caratteristiche di professioni ad elevato impatto di IA. La letteratura più recente sulla digital economy evidenzia che l’IA più che sostituire, si integrerà con numerose attività professionali, tra cui quelle di direzione di impresa, consentendo l’automazione di alcuni compiti e liberando tempo per svolgere altre funzioni. L’intelligenza artificiale si fonderà in modo collaborativo con l’“intelligenza artigiana” degli imprenditori.
In Italia vi sono 134mila imprese con almeno 3 addetti che nel biennio 2021-2022 hanno utilizzato soluzioni di intelligenza artificiale, pari al 13,1% e di queste sono 124.959 le micro e piccole imprese (MPI) pioniere dell’IA, pari al 93,3% del totale.
“Porre le piccole imprese al centro dei piani di ripresa economica”: questo è il messaggio che il Presidente di Confartigianato Marco Granelli lancia in occasione del G7. “Gli artigiani e le Mpi italiane – sottolinea – sono impegnati a fare la loro parte per costruire un modello di sviluppo a misura d’uomo e all’insegna della sostenibilità. E sono in prima linea per affrontare la transizione digitale e sfruttare le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica per conquistare nuovi mercati, migliorare la produttività ed esaltare la qualità di prodotti e servizi. Tuttavia, i piccoli imprenditori devono essere sostenuti ed incoraggiati in questi loro sforzi, favorendone l’accesso ad incentivi e rimuovendo gli ostacoli anche di tipo burocratico che ne limitano le potenzialità”.
Successo del made in Italy con il primato di MPI e artigianato manifatturiero – La migliore performance delle esportazioni italiane è supportata da un diffuso sistema di micro e piccole imprese manifatturiere, una delle caratterizzazioni dell’Italia all’interno del G7.
L’analisi dei dati Ocse evidenzia che la quota di dipendenti nelle micro e piccole imprese manifatturiere nel G7 è del 23,4%, con una maggiore incidenza proprio per l’Italia con il 43,0%,davanti a Giappone con 28,9%, Regno Unito con 28,3%, Canada con 24,2%, Francia con 21,4%, Stati Uniti con 18,4% e Germania con 18,0%.
Manifattura e made in Italia ad alta vocazione di MPI e artigianato manifatturiero – Se consideriamo la dimensione dell’occupazione delle MPI manifatturiere, l’Italia sopravanza gli altri paesi europei del G7, con 1 milione 869mila occupati, davanti al 1 milione 577mila occupati di Germania e agli 815mila di Francia.
Tra le maggiori regioni, la quota di occupati nelle MPI manifatturiere è pari al 67,4% dell’intero comparto in Toscana, del 49,0% in Veneto, del 45,8% in Lombardia, del 44,5% in Emilia Romagna e del 38,5% in Piemonte.
Rilevante è l’apporto dell’artigianato che pesa un terzo (34,1%) dell’occupazione manifatturiera in Toscana, un quarto (24,4%) in Veneto, il 21,9% in Emilia Romagna, il 17,6% in Piemonte e il 16,9% in Lombardia.