EVENTI – Confartigianato forma le competenze manageriali per traghettare le imprese nel futuro

Il futuro appartiene a chi andrà a cercarlo” è il tema al centro dell’incontro organizzato il 13 marzo a Roma da Confartigianato con il middle management del sistema confederale e che ha visto la partecipazione di circa 200 persone provenienti dalle associazioni di tutta Italia.

L’iniziativa è un’altra tappa del percorso avviato lo scorso anno da Confartigianato per potenziare le competenze e valorizzare le professionalità che operano nel sistema associativo per essere all’altezza delle esigenze degli imprenditori e delle nuove sfide che li attendono.

“Il nostro obiettivo – ha spiegato il segretario generale di Confartigianato Vincenzo Mamoli – consiste nel far crescere un management diffuso, un’intelligenza collettiva su obiettivi comuni. E’ un percorso che si nutre dello scambio di buone pratiche che diventano patrimonio di tutti, di ascolto, interazione e contaminazione, aggregazione per cercare soluzioni variabili in una cornice di regole confederali condivise”.

“Essere e fare sistema – ha sottolineato Stefano Bernacci, direttore Organizzazione, promozione e marketing di Confartigianato – è un processo che parte dal territorio. Il percorso che abbiamo intrapreso parte da un modello di organizzazione distribuita in cui la formazione delle competenze è il valore strategico più importante sul quale vogliamo investire. Un impegno che punta a potenziare il ruolo di Confartigianato, le sue attività di rappresentanza e di servizio per accompagnare le imprese nel futuro”.

E proprio di futuro si è parlato nel corso dell’incontro che ha visto gli interventi di Francesco Giacomin, autore dei Quaderni della Fondazione Germozzi dedicati alla rappresentanza associativa, e di Valentina Boschetto Doorly, docente, manager, futurologa e senior expert di strategic foresight.

Per Giacomin, “il futuro arriva con passo felpato e sorprende alle spalle” e per non farsi cogliere impreparati ha esortato Confartigianato a saper cogliere i cosiddetti ‘segnali deboli’, vale a dire quegli indizi che preannunciano cambiamenti e trasformazioni. Per la Confederazione significa non accontentarsi della reputazione e dei risultati raggiunti, ma essere sempre in ascolto e prevedere le aspettative degli imprenditori, comprendere l’evoluzione dei trend dell’economia e della società e saper rapidamente adattare le risposte dell’organizzazione.

Gli strumenti per comprendere il futuro sono al centro della strategic foresight, la disciplina manageriale che è stata illustrata da Valentina Boschetto Doorly. Un metodo – ha detto – per esplorare le trame del futuro che impone di uscire dalle trappole e dalla ‘comfort zone’ del presente, applicando il coraggio di immaginare l’inimmaginabile. Oggi il futuro è ovunque, niente dura più, per governare la complessità che ci circonda, dominata dalla globalizzazione e dalla interconnessione, dobbiamo applicare il principio di omeostasi, un equilibrio dinamico che consente di reinventare nuovi modelli organizzativi adatti a traghettare le imprese verso nuove occasioni di business.