“Non ci siamo proprio, si tratta di soluzioni inutili per il contrasto della pandemia e dannose per le piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia del Paese”. Il presidente e il segretario di Confartigianato Imprese di Viterbo, Michael Del Moro e Andrea De Simone, bocciano su tutta la linea il DPCM 25 ottobre varato dal Governo Conte l’altra notte.
“Vengono penalizzate categorie che hanno fatto grandi investimenti, spesso indebitandosi pure, dal punto di vista della sicurezza, come bar e ristoranti – attacca Del Moro -. I quali come per magia ora diventano luoghi privi di contagio all’ora di pranzo ma pericolosi centri di irradiazione del virus all’ora di cena. Probabilmente molte di queste attività sopravvivranno a stento o forse non reggeranno il colpo. Stesso discorso per gelaterie e pasticcerie: il Governo si preoccupa di mettere all’indice queste imprese mentre assistiamo quotidianamente impotenti al passaggio di mezzi pubblici strabordanti di persone e alla mancata razionalizzazione dei concorsi, come ad esempio quello per i docenti che avrebbe dovuto svolgersi per tempo, incrementando gli insegnanti anche in virtù della didattica a distanza”.
“Agli artigiani e alle pmi, che hanno già sofferto tanto in primavera e che, è giusto ricordarlo, sono gli stessi che in pochi giorni in pieno lockdown con abnegazione e operosità hanno tirato su l’ospedale degli Alpini di Bergamo, per l’ennesima volta vengono chiesti i sacrifici maggiori – aggiunge De Simone -. Senza, peraltro, alcuna garanzia sul risultato. Si naviga a vista: chiudiamo a cena i ristoranti, dove il distanziamento assicurato, o le pizzerie al taglio, anticipiamo la chiusura delle pasticcerie, poi lasciamo la grande distribuzione e le aree ristoro dei Benetton senza alcuna limitazione. E’ difficile capire secondo quale criterio si possa ritenere che un virus contagi di più in gelateria che al supermercato, o che sia più virale e a cena che a pranzo…”.
“I nostri piccoli imprenditori non devono venire lasciati soli e i fondi promessi dal premier Conte devono arrivare quanto prima ed in misura adeguata – insiste Del Moro -. E non venga scaricata tutta la responsabilità sugli enti locali, in particolare i Comuni, che in questi mesi sono stati in prima linea per fronteggiare l’emergenza. Come Confartigianato, inoltre, torniamo a proporre un anno bianco dal punto di vista fiscale, con incentivi economici per le nuove assunzioni a prescindere dall’età del neoassunto”.
“Il premier Conte ha parlato di mantenimento dei servizi e delle attività essenziali – continua il segretario di Confartigianato -. Ma tutte le imprese sono essenziali allo stesso modo: magari non per gli utenti, ma per i piccoli imprenditori e le loro famiglie lo sono di certo. Come al solito si spara nel mucchio senza risolvere il problema: si chiudono palestre e piscine e si anticipa la chiusura delle attività di ristorazione, dopo che le imprese hanno speso decine di migliaia di euro per mettersi a norma con sicurezza e sanificazioni. Ma non si può far finta di non sapere che l’aumento dei contagi è collegato alla riapertura delle scuole: per mesi il Governo ha discusso di banchi con le rotelle e bonus monopattini ma non ha pensato all’ampliamento delle aule e all’aumento del personale docente. Per non parlare dei trasporti, che andavano ovviamente incrementati in vista dell’afflusso degli studenti. La didattica a distanza al 75% solo per le superiori non può bastare a salvare il lavoro – conclude De Simone – e, di conseguenza, l’economia del Paese: visto che non ci pensa il Governo, ci pensino i sindaci, almeno nella nostra provincia, a chiudere le scuole per dare un brusco stop al diffondersi del virus. Solo così si potrà davvero provare a mettere un freno al coronavirus, salvando le aziende”.