Rimettere in moto il prima possibile il sistema produttivo composto dalle micro e piccole imprese che più di altre rischiano di soccombere, per il protrarsi della restrizione forzata, sotto il crollo verticale del fatturato e della crisi di liquidità.
Lo chiede il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti in una lettera inviata al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanellial quale fa rilevare la necessità di consentire al più presto la riapertura delle micro e piccole imprese in ragione del loro ridotto impatto sul potenziale rischio di contagio.
Lo chiediamo per quelle imprese – spiega Merletti – in cui opera il solo titolare, magari affiancato dai propri collaboratori familiari, normalmente conviventi. Lo chiediamo per le piccole imprese manifatturiere che normalmente hanno dipendenti e collaboratori che risiedono nello stesso Comune dove ha sede l’impresa o nei Comuni confinanti e che raggiungono il posto di lavoro in larghissima maggioranza con mezzi privati. Lo chiediamo per le imprese del settore costruzioni, a larghissima prevalenza imprese artigiane, che operano in cantieri dove il distanziamento tra persone è facilmente realizzabile.
Merletti ricorda al Ministro numeri, caratteristiche e distribuzione territoriale delle micro e piccole imprese. Nei settori manifatturieri lavorano 153 mila imprese senza dipendenti (pari al 40% del totale) e 231mila unità locali con meno di 50 addetti, con 1 milione e 300 mila occupati, che operano in comuni con meno di 20.000 abitanti, e per le quali il mercato del lavoro presenta una maggiore connotazione locale. Nelle costruzioni – spiega Merletti – 313 mila imprese non hanno dipendenti, in misura pari al 62,5% del totale, e il 63,6% delle imprese ha come mercato di riferimento lo stesso comune in cui è localizzata l’impresa.
Così succede anche nei settori dell’impiantistica connessi all’edilizia, in cui operano 148.000 unità locali, con una dimensione media di 3 addetti dedicati prevalentemente a cantieri privati, per opere di ristrutturazione edilizia in edifici non abitati, nei quali non è affatto complicato osservare le giuste norme comportamentali di distanziamento sociale.
Quella delle piccole imprese – sottolinea ancora Merletti nella lettera al Ministro Patuanelli – è una realtà produttiva di cui tenere prioritariamente conto, che può essere rimessa al più presto nelle condizioni di operare, senza confonderla all’interno delle pieghe di un dibattito che coinvolge impianti produttivi di grande dimensione nei quali convergono ogni giorno tanti lavoratori in un sol punto. Nelle piccole imprese tanti lavoratori raggiungono tanti punti di lavoro in tantissimi comuni italiani, senza concentrazioni