“Eliminare gli intralci burocratici per rendere immediata e tempestiva l’azione degli strumenti di sostegno economico previsti dal Decreto Rilancio. Un decreto che sarebbe dovuto uscire ad aprile, che è invece stato presentato a maggio inoltrato e il cui è stato reso disponibile solo qualche giorno fa. Direi che a ritardi siamo già a posto così, ora serve solo velocizzarne l’attuazione”.
Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo, guarda con favore alle positive misure per famiglie e imprese contenute nel documento varato dal Governo, ma chiede che gli effetti siano rapidi per portare un reale ristoro a chi è stato colpito dal contagio economico del Covid-19 e per consentire la ripresa del sistema produttivo nel nostro Paese.
“In Italia le micro e piccole imprese occupano il 65,7% degli addetti e a causa del coronavirus rischiano minori ricavi per 197 miliardi – spiega -. Se non si fa in fretta si rischia di minare l’efficacia del decreto, ma in molti casi stiamo ancora aspettando i provvedimenti attuativi. Faccio un paio di esempi esplicativi: per i contributi a fondo perduto non c’è ancora la circolare dell’Agenzia delle Entrate che spiega anche il ruolo degli intermediari. Se va bene, pertanto, le risorse verranno erogate fra un paio di mesi. Idem per il credito di imposta per gli affitti, l’Agenzia non ha reso note le modalità attuative. Così non si va lontano”.
Passaggi obbligati, poi, per Confartigianato dovranno essere l’aumento delle risorse stanziate per il Fondo Centrale di Garanzia e il rafforzamento degli ammortizzatori sociali. “E’ necessario prevenire i disagi sociali e limitare gli effetti di quello che si preannuncia già come un autunno caldo – sottolinea De Simone -. Una volta terminati i fondi per la cassa integrazione si rischia di spostare la rabbia dei cittadini dai social alla piazza. Il fatto che ci siano già decine di rappresentanti delle istituzioni finiti di recente sotto scorta purtroppo la dice lunga sul clima che stiamo vivendo: drammaticamente il Covid-19 si è dimostrato, come era purtroppo prevedibile, un acceleratore di tensioni dovute alla crisi economica causata dalla pandemia. Famiglie e imprese sono ormai a corto di liquidità, urgono interventi veloci sull’economia reale”.
Il Recovery Found, versione Next Generation UE, dovrebbe stanziare 500 miliardi di euro a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti a tasso agevolato. La quota che dovrebbe arrivare in Italia è di circa 180 miliardi di euro, consiglio europeo permettendo. “Un’occasione straordinaria e senza precedenti per l’ammodernamento del nostro Paese – conclude –, il quale deve passare attraverso un piano straordinario di investimenti pubblici finalizzato a incrementare efficacia e qualità dei servizi. Mai in passato l’Italia si è trovata a gestire una tale mole di risorse, ma per renderle veramente efficaci per il post coronavirus dovranno essere eliminati i troppi passaggi burocratici che oggi paralizzano il Paese e che rischiano di vanificare ogni tentativo di immettere liquidità”.