“La garanzia dello Stato al 100% sui prestiti alle piccole imprese fino a 800mila euro è una possibilità non ordinaria che europea è concessa e che il Governo ha positivamente utilizzato. Non va bene però che le imprese che necessitano di accedere a categorie superiori a 25 mila euro, debbano pagare in banca la trafila degli ordinari esami di sostenibilità economica e di verifica andamentale . Cosa c’è di ordinario e normale in questi giorni, in queste settimane? Siamo sicuri che questo sia “fare tutto ciò che serve” come ha detto con l’autorevolezza l’ex Presidente della BCE Draghi? Non dimentichi nessun italiano che un fronte della garanzia statale ci sta l’impegno diretto, personale e patrimoniale, di ogni donna e uomo che fa impresa, un rischio e senza tutela, di contrarre un debito con una banca per tenere in vita, sul mercato , tantissime famiglie. Comprendo tutta la prudenza, ma questo è il momento del coraggio ”.
Questo è il primo commento del Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti al Dl imprese varato il 6 aprile dal Governo. Merletti aggiunge il dubbio che “le banche italiane sono in grado di tariffa l ‘ analisi del merito di credito per tutte le richieste di prestiti per liquidità per dipendenti sopra i 25 mila euro, visto che hanno ridotto il personale, sono inclusi al minimo con tanto” personale a casa in smart working, stare faticando a ‘lavorare’ le richieste di sospensione dei mutui, gestire gli anticipi di cassa integrazione e sospensione dal lavoro. Con il rischio che sarà presentato in grado di dare la risposta non sia più nella vita aziendale chi ha presentato la domanda ”.
Un intervento da 750 miliardi in totale per le imprese : 200 miliardi di prestiti sui prestiti e 200 miliardi per l’esportazione si sommano ai 350 già previsti con il decreto Cura Italia, con l’arrivo di una copertura fino al 100% per prestiti fino 800mila euro. Il rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi. Il rafforzamento del potere d’oro, lo scudo per tutelare le aziende italiane da scalare ostili. Ecco le misure che compongono il nuovo decreto varato oggi dal Governo per affrontare l’emergenza del Coronavirus. “Con il decreto appena approvato diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese, 200 per il mercato interno, altri 200 per potenziare il mercato dell’export. E ‘una potenza di fuoco ”, sottolinea il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte assicurando gli italiani che“ quando tutto sarà finito ci sarà una nuova primavera e presto raccoglieremo i frutti di questi sacrifici ”.
II premier, dopo un Consiglio dei ministri fiume, spiega poi, insieme al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e al titolare del Mise, Stefano Patuanelli, i nuovi interventi per dare credito alle imprese in affanno: è l’atto primo di una settimana cruciale per costruire la “fase 2” di convivenza col virus e la graduale ripresa delle attività. Un provvedimento “poderoso” che riguarda la liquidità alle imprese. Il Ministero degli esteri conserva un ruolo e per il 2020 dovrebbero arrivare 50 miliardi di garanzie per l’export, più 200 miliardi nel 2021 per nuovi investimenti. Quanto ai 200 miliardi di garanzie per permettere alle imprese di ottenere prestiti in banca, saranno vincolati agli obblighi di non licenziare e non trasferire la produzione all’estero. Le garanzie saranno al 90% per le grandi imprese, al 100% per gli autonomi e le piccole imprese che chiedano fino a 25mila euro, al 100% (ma con 90% di garanzia dello Stato e 10% di Confidi) fino a 800.000 euro, del 90% fino a 5 milioni. Potenziato il Fondo centrale di garanzia per i prestiti alle Pmi e Sace potra’ concedere a grandi e medie imprese garanzie fino al 31 dicembre su prestiti fino a 200 miliardi di euro, di cui almeno 30 miliardi per le Pmi ma rimarraà in Cassa depositi e prestiti. Mentre la direzione e il coordinamento passeranno al Mef. La garanzia Sace, ha assicurato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, “sara’ operativa in pochi giorni” grazie a una task force con il sistema bancario gia’ in campo, e nel decreto di aprile ci saranno “30 miliardi a sostegno di queste garanzie”.
Il decreto prevede anche una serie di nuove misure, dal rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi, agli incisi al 50% per l’acquisto di mascherine. Dopo Pasqua arriverà poi un nuovo decreto da oltre 35 miliardi a sostegno di lavoratori e famiglie. Ma intanto, a partire dall’iniezione di liquidità, si ragiona di venire lontano ripartire il motore economico del Paese. Conte nei prossimi giorni vedrà il comitato tecnico scientifico per iniziare a ragionare di graduali e parziali riaperture di attività fin dal 14 aprile. Inoltre, potrebbe nei prossimi giorni prendere forma la “cabina di regia” con entità locali e parti sociali.