La Latteria Gelateria Spizzichini di Giovanni Spizzichini nell’Olimpo delle eccellenze gastronomiche italiane. L’azienda di Viterbo associata a Confartigianato ieri sera ha partecipato, unica rappresentante del capoluogo della Tuscia, alle celebrazioni organizzate a Roma all’Auditorium Parco della Musica dal Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare per festeggiare il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità conferito ieri a New Delhi dall’Unesco alla cucina italiana.
Passione, tradizione, utilizzo di materie prime di eccellenza e di latte locale prodotto dalla stessa azienda che poi lo trasforma in ottimi formaggi freschi e stagionati e squisiti latticini a chilometri zero: la Latteria Gelateria Spizzichini è sinonimo di gusto e qualità ed è stata scelta per rappresentare la cucina italiana alla festa per il riconoscimento Unesco per la categoria gelato, insieme all’organizzazione del Gelato World Cup, rappresentata dal presidente Sergio Colalucci e dal vicepresidente Sergio Dondoli.
“Per me è stato un grandissimo onore rappresentare Viterbo e la nostra tradizione alle celebrazioni per la cucina italiana proclamata patrimonio immateriale dell’umanità, insieme ad altri illustri artigiani del gelato”: spiega Giovanni Spizzichini, titolare dell’azienda agro-zootecnica viterbese, con punto vendita a via Vicenza, dove è facile trovare sempre persone in fila in attesa del suo gustoso gelato. “Il patrimonio enogastronomico italiano è unico al mondo, fa parte del nostro dna, della nostra cultura, della nostra tradizione popolare – spiega ancora l’imprenditore -. In ogni prodotto, in ogni piatto, ci siamo noi, le radici delle nostre famiglie, le ricette tramandate dalle nonne. Tutti giorni metto questo inestimabile bagaglio di saperi nel mio lavoro”.
Le celebrazioni, organizzate da Enel insieme al Ministero dell’Agricoltura, hanno preso il via nel pomeriggio a Roma, con il Colosseo illuminato. Poi in serata l’Auditorium Parco della Musica ha ospitato spettacoli ed eventi ispirati all’anima popolare e alla creatività della cucina italiana: nella Cavea una speciale coreografia di Giuliano Peparini ha esaltato colori, mestieri e riti della tradizione enogastronomica del Belpaese, e poi la sfilata a cavallo dei carabinieri del CUFAA in alta uniforme, luminarie artistiche e mostre tematiche dedicate ai prodotti italiani dop e igp, al tradizionale pranzo della domenica e alla nave scuola Amerigo Vespucci. Nella Sala Santa Cecilia, poi, l’attrice Claudia Gerini ha recitato un testo, prima dell’esibizione del cantante Al Bano, che insieme ai bambini del Coro Antoniano ha interpretato “Vai Italia”, brano scritto da Mogol e inno della candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco. Presenti rappresentanti delle istituzioni, del mondo dello spettacolo e dell’enogastronomia italiana.
“Congratulazioni a Giovanni Spizzichini, che ci ha reso orgogliosi portando Viterbo alle celebrazioni per il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’umanità Unesco – commenta il segretario d Confartigianato Imprese di Viterbo, Andrea De Simone -. Un risultato che premia e valorizza il ruolo strategico delle imprese artigiane del food, un settore fondato sulla qualità, sulla sostenibilità e sul radicamento nei territori”. Secondo Confartigianato, l’artigianato alimentare in Italia conta più di 64mila imprese e 249mila addetti, un sistema produttivo glocal capace di coniugare tradizione e innovazione e di parlare ai mercati internazionali. Dai 5.717 prodotti agroalimentari tradizionali ai 330 prodotti dop, igp e stg, dai 529 vini certificati all’export dei dolci da ricorrenza (1,1 miliardi nel 2024) e dei vini DOC e IGT (8,1 miliardi), il patrimonio alimentare italiano parla sempre più artigiano. A questo si aggiunge la crescente domanda di prodotti locali: 12,1 milioni di italiani nel 2023 hanno scelto il chilometro zero, con picchi fra le donne (25,2%) e nel Mezzogiorno (29,8%). Le imprese artigiane operano dentro una filiera agroalimentare composta da 204.789 aziende, in gran parte micro e piccole, che generano 130,9 miliardi di euro di valore aggiunto. Il 36,3% dei fornitori della filiera contribuisce direttamente alla qualità del prodotto finale, confermando il ruolo attivo dell’artigianato.







