La provincia di Viterbo tra le locomotive dell’occupazione nel settore manifatturiero, con un incremento del + 23,3% nell’ultimo quinquennio. Lo svela l’indagine “La forza delle piccole imprese della manifattura” realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato prendendo in esame il periodo 2013-2018.
Stando a racconto studio, lo scorso anno nel settore manifatturiero è stato affrontato il 4,6% di personale (4,7 milioni di lavoratori) in più rispetto al 2013. Complessivamente la performance migliore – pur concentrando una delle quote più basse di occupati nel manifatturiero in Italia (17,8%) – si osserva per il Mezzogiorno con il + 6,9%. Seguono il Nord-Est con il + 6,2%, il Nord-Ovest con il + 3,3% e il Centro con il + 2,5%.
Tra le maggiori regioni del Centro-Nord che prevede la crescita più intensa, emerge che un racconto di formazione è il Veneto con il + 9,3%, seguito dalla Toscana (+ 8,1%) e dall’Emilia-Romagna (7 , 3%). Complessivamente queste tre regioni – che, osservandole dal punto di vista cartografico, tracciano una sorta di triangolo – concentrano il 31,4% degli occupati nel confronto. Positivo, con la Sicilia che cresce del 12,6%, l’Abruzzo del 9,3% e la Puglia del 7,0%: si tratta di tre regioni che concentrano il 9 , 4% dell’occupazione del settore.
Passando all’analisi per provincia, svolta in collaborazione con l’Ufficio Studi Confartigianato Marche, emergono 38 territori che nei cinque anni in esame hanno fatto registrare una crescita dell’occupazione manifatturiera maggiore o uguale al 10%. Tra loro, appunto, c’è la Tuscia. Queste province, che si concentrano nel 35,4% dell’occupazione manifatturiera italiana, crescono in media del 16,0% a fronte del -0,8% dei restanti territori. Osservando la loro geolocalizzazione, emergere di maggiore dinamismo nel Centro-Nord-Est dell’Italia. In particolare, partendo proprio dalla provincia di Viterbo col suo + 23,3%, si guadagna una salita, passando per provincia contigue tra loro, fino a Belluno che segna il + 17,9%.
Nell’area del Centro Italia, pur se non contigua a nessuna provincia rilevata per crescita maggiore o uguale al 10%, crescono la provincia di Ancona con il +17,6% e quella di Frosinone con il +10,2%, mentre nell’area del Nord-Est, la provincia di Gorizia segna una crescita del +10,5%. Inoltre, spostandoci nella parte Nord-Ovest del nostro Paese, troviamo altre tre “macchie di leopardo”: Aosta (+13,8%) e le aree costituite da due province contigue:, Cuneo (10,1%) e Savona (23,0%), Varese (10,0%) e Novara (18,2%).
Complessivamente, questa zona del Centro-Nord in cui si trovano 24 province con crescita dell’occupazione manifatturiera tra il 2013 e il 2018 maggiore o uguale al 10%, assorbe il 27,8% di tutta l’occupazione manifatturiera in Italia e cresce mediamente del 14,5%. In particolare, nel Nord-Ovest ci sono 5 province che crescono con intensità maggiore o uguale al 10%, con una media del +12,2%, nel Nord–Est sono 11 le province con queste caratteristiche che nel complesso segnano il +14,5% e nel Centro sono 8 e registrano mediamente il +16,4%.
C’è poi un’altra area nel Mezzogiorno d’Italia dove troviamo 14 delle 38 province con crescita dell’occupazione manifatturiera maggiore o uguale al 10%. Questa parte si può ripartire in due zone. La prima va dalla provincia di Chieti (+31,4%) fino a Brindisi (+10,6%) con “continuità” passando per Avellino (+28,7%) e Potenza (+28,7%), a cui, anche se non confinanti, ma comunque molto prossime, si aggiunge la provincia di Caserta (+13,9%) contigua a quella di Frosinone geograficamente appartenente al Centro Italia. Infine, la seconda area, quella più a sud di tutte, inizia dalla provincia di Catanzaro (+10,0%) e prosegue fino a Trapani (+24,1%). Complessivamente, queste 14 province assorbono il 7,6% di tutta l’occupazione manifatturiera italiana e crescono in media del 22,0%.
“Un dato positivo importante – commenta Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo -, che fa ben sperare per lo sviluppo futuro dell’occupazione del nostro territorio. Negli ultimi anni il settore della manifattura, nonostante le forti scosse della crisi che ha investito il mercato, ha saputo rinnovarsi e innovarsi, con imprese diventute più competitive e maggiormente capaci di sfruttare le novità della tecnologia. Non è un caso se la manifattura italiana – conclude – nell’ultimo biennio ha superato di un punto di vista questa, grazie all’operosità delle piccole imprese del settore, il cui peso sull’economia nazionale è sempre più elevato “.