L’elevata inflazione causata dalla crisi energetica, scoppiata lo scorso anno e amplificata dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, condiziona le scelte dei consumatori nel mese di dicembre, tradizionalmente caratterizzato dagli acquisti legati alle festività del Natale, in cui si registra un valore delle vendite al dettaglio superiore del 25,5% rispetto alla media annuale. Come rivela uno studio di Confartigianato Imprese, la maggiore spesa prevista per il mese di dicembre viene in parte spiazzata dal caro bollette che pesa per il 2,4% della spesa per consumi finali.
Pur in presenza di questo pesante fattore di rallentamento, dai più recenti indicatori congiunturali sui consumi si colgono tuttavia alcuni segnali positivi. A novembre 2022 il clima di fiducia dei consumatori presenta una dinamica positiva e torna a risalire anche la fiducia delle imprese, con una più marcata accentuazione per quelle del commercio, unico settore in cui il clima di fiducia è superiore rispetto a quello precedente all’invasione dell’Ucraina. L’analisi dei conti nazionali pubblicata nei giorni scorsi evidenzia che nel terzo trimestre 2022 la spesa delle famiglie è salita del 2,2% rispetto al trimestre precedente. A dicembre tale spesa ammonta a 22,7 miliardi di euro per prodotti e servizi maggiormente scelti come regalo – prodotti alimentari e bevande, moda e gioielleria, mobili, tessili per la casa, cristalleria, stoviglie e utensili domestici, utensili e attrezzature per casa e giardino, giochi, giocattoli, articoli sportivi, libri, articoli di cartoleria e materiale da disegno e servizi di cura della persona – che per quasi due terzi (66,3%) è costituita dalla spesa per prodotti alimentari e bevande, pari a 15,1 miliardi di euro. Sono circa 305mila le imprese artigiane operanti in 47 settori in cui si realizzano prodotti e servizi artigianali di alta qualità che possono essere regalati in occasione del Natale, pari al 30,6% delle imprese artigiane italiane: queste imprese danno lavoro a 907mila addetti cioè ad un terzo (34,8%) degli addetti dell’artigianato nazionale.
“I prodotti e servizi offerti dalle imprese artigiane italiane sono caratterizzati da un’artigianalità basata sul valore del lavoro, sull’ascolto del cliente e sulla personalizzazione del prodotto, a cui si associa l’alta qualità delle materie prime e dei prodotti realizzati – spiega Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo -. In molte realizzazioni trova una sintesi la cultura secolare della manifattura artistica e della rielaborazione dei materiali, lavorazioni a regola d’arte caratterizzano prodotti ad alta creatività, innovazione e originalità”.
Viterbo e la Tuscia non fanno eccezione. I prodotti alimentari artigianali della tradizione natalizia sono richiestissimi sia per le tavole di casa propria sia come regalo. E l’offerta delle migliori attività artigiane del territorio, targate Confartigianato, è ricca e variegata per andare incontro ai gusti di tutti: la tendenza 2022 è il panettone artigianale limited edition, con gusti e varietà che non verranno riproposti, e pandori al tiramisù, impasti amari e confezioni regalo esclusive per un effetto sorpresa assicurato. Resiste il gusto pistacchio, ormai entrato di diritto nell’olimpo dei grandi classici, e piacciono le novità caramello salato e frutti rossi. “La differenza sta tutta nella qualità estrema delle materie prime e della lavorazione dei prodotti – spiega Virginio Casantini, maestro pasticcere e responsabile Alimentazione di Confartigianato Viterbo -. Questi sono principi che non vengono mai meno, ma la clientela è molto attenta anche al packaging e all’idea innovativa: bisogna differenziarsi, distinguersi con proposte originali per andare incontro ai gusti dei consumatori. Gli ultimi due Natali sono stati fortemente condizionati dalla spada di Damocle del Covid, che ha per forza di cose cambiato anche le nostre abitudini. Ora le famiglie tornano a riunirsi senza restrizioni e senza paura, c’è voglia di ritrovarsi e coccolarsi con sapori unici e con prodotti fatti a mano”. E i prezzi? “Un minimo ritocco è inevitabile, perché i rincari gravano fortemente sulle imprese, ma il consumatore guarda soprattutto alla qualità del prodotto artigianale della tradizione – aggiunge Casantini -. Una tendenza che fa ben sperare anche per il futuro, per la ripresa di un settore fortemente provato dalla pandemia e dai rincari dell’energia e delle materie prime.
“Soprattutto in chiave locale, i prodotti e servizi dell’artigianato sono focalizzati sulla domanda di prossimità, grazie alla profonda conoscenza del mercato territoriale da parte degli imprenditori – conclude De Simone -. Scegliere regali di Natale a valore artigiano, realizzati da imprese e micro e piccole imprese locali, vuol dire sostenere non solo l’imprenditore, i suoi dipendenti e le rispettive famiglie, ma anche contribuire alla trasmissione della cultura cristallizzata nel sapere artigiano nonché al benessere della comunità, garantendo sia la remunerazione del lavoro e dei fattori produttivi locali che il gettito fiscale necessario per sostenere il sistema di welfare”.