Edifici deficitari dal punto di vista energetico, la provincia di Viterbo è tra le prime in Italia per peggiori prestazioni green degli immobili. Lo evidenzia Confartigianato in un rapporto sulla transizione energetica degli edifici, presentato in vista della Settimana per l’energia e la sostenibilità che si svolge a partire da oggi fino al 27 ottobre, con sessantacinque eventi diffusi in tutta Italia promossi dalle associazioni del sistema confederale. Sette giorni di confronto a tutto campo tra Confartigianato, imprese, istituzioni, esperti italiani e di livello internazionale sui pilastri dell’ESG (sostenibilità sociale, ambientale e di governance) per individuare le traiettorie di un nuovo modello di sviluppo (qui il programma completo https://www.settimanaenergia.it/eventi/).
Secondo il report di Confartigianato, il maggior numero di abitazioni costruite prima del 1980 si trova in Lombardia (2.973.768). Subito dopo c’è il Lazio (1.782.175), seguito da Piemonte (1.463.157), Campania (1.452.177) e Sicilia (1.391.972). L’Italia, pertanto, è molto indietro rispetto ai traguardi di efficienza e risparmio energetici fissati dalla Direttiva Case Green. Le condizioni dei nostri edifici sono critiche: su 25,7 milioni di abitazioni, ben 17,5 milioni (pari al 68% del totale) risalgono a prima del 1980 e il 51,8% degli immobili si colloca nelle classi energetiche meno efficienti (F e G).
Oltre all’età delle case, Confartigianato ha stilato la classifica di regioni e province con le peggiori prestazioni energetiche degli immobili. Per ciò che concerne le regioni, si supera la media italiana del 51,8% di edifici nelle classi energetiche più basse (F e G) nel Lazio (65,6%), seguito da Liguria (63%), Toscana (62,2%), Umbria (61,7%), Molise (61,5%), Puglia (60,1%), Calabria (57,8%), Sicilia (57%), Emilia Romagna (56,7%), Basilicata (54%). Per quanto riguarda le province, secondo i dati elaborati e raccolti da Confartigianato, la presenza di immobili meno efficienti dal punto di vista energetico è più diffusa a Rieti (78,8%), Enna (74,9%), Isernia (72,4%), Frosinone (71,3%), Genova (69,9%), Terni (69,7%), Viterbo (69,3%), Massa-Carrara (68,6%) e La Spezia (66,6%).
“Servono interventi strutturali per la riqualificazione degli immobili vecchi e poco efficienti – sottolinea il segretario di Confartigianato Imprese di Viterbo, Andrea De Simone, ricalcando le richieste della Confederazione nazionale -. Il nostro territorio è tra i più interessati da questo deficit energetico e a questo punto diventa essenziale rendere strutturali i bonus al 65% per poter rispettare la Direttiva Ue che impone di ridurre il consumo energetico del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, fino alle emissioni zero nel 2050”.
Secondo il Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC), infatti, dal meccanismo delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione degli edifici è atteso un risparmio di 32,5 Mtep di energia finale in valore cumulato nel decennio 2021-2030, pari al 44,3% del risparmio da conseguire rispetto agli obiettivi fissati per il 2030 dalla Direttiva case green. “Senza interventi di questo tipo – conclude De Simone – nel nostro territorio sarà impossibile raggiungere la riqualificazione del patrimonio immobiliare, il risparmio e l’efficientamento energetico a difesa dell’ambiente, il rilancio delle imprese edili e l’emersione delle attività irregolari”.