Studi di settore: i numeri confermano la validità della scelta effettuata dal legislatore con l’introduzione del regime premiale

 

  Viterbo, 4 ottobre 2013  
 

L’Agenzia delle entrate ha presentato i primi dati relativi all’applicazione del regime premiale introdotto con il decreto salva Italia del 2011

Nel corso di una riunione svoltasi ieri, 3 ottobre, l’Agenzia delle Entrate ha fornito alle Organizzazioni di categoria una serie di informazioni in merito all’applicazione del cosiddetto regime premiale, previsto dall’articolo 10 del D.L. n. 201 del 2011, applicabile ai contribuenti congrui (anche per adeguamento), coerenti e normali agli studi di settore.
Il citato regime prevede una serie di importanti agevolazioni:
1.     preclusione degli accertamenti basati sulle presunzioni semplici;
2.  riduzione di un anno (da quattro a tre) degli ordinari termini di decadenza per l’attività di accertamento;
3.     aumento ad un terzo (dal 20% al 33%) della soglia che consente di procedere ad accertamento sintetico.
Per beneficiare delle agevolazioni, il contribuente, inoltre, deve:
•    essere effettivamente assoggettato agli studi di settore, in assenza di cause di inapplicabilità o di esclusione;
•    aver regolarmente adempiuto gli obblighi di comunicazione dei dati rilevanti, con fedele indicazione di tutti i dati previsti.
Vale la pena ricordare che per il 2012, rispetto all’anno precedente, è stata ampliata la platea dei soggetti che possono accedere al regime. Infatti, gli studi di settore assoggettabili al regime sono passati da 55 del 2011 a 90 del 2012, per effetto dell’introduzione di nuovi indicatori di coerenza (si veda nostra Informativa n. 49 del 2013).
Nel corso della presentazione, l’Agenzia ha fornito una serie di dati:
•     per il 2011 hanno beneficiato del regime circa 200.000 soggetti su una platea potenziale di circa 600.000 contribuenti;
•     per il 2012, secondo stime elaborate da SOSE, su circa un milione di soggetti che applicano i 90 studi ammessi al regime, potranno accedere al regime premiale circa 280 mila contribuenti.
Ma dato ancor più significativo i soggetti che hanno avuto accesso al regime hanno dichiarato per il 2011, valutati i possibili comportanti in assenza di agevolazione, un maggior ammontare di ricavi pari a circa 1,5 miliardi di euro e di redditi per circa 900 milioni di euro.
Si tratterebbe, attesa la platea interessata, di un aumento medio per contribuente:
– dei ricavi dichiarati di circa il 4,5%;
– dei redditi dichiarati di circa il 45%.
E’ da tempo che Confartigianato, unitamente a Rete Imprese Italia, sostiene l’efficacia di norme tese ad incrementare la compliance ed i risultati forniti dall’Agenzia, in relazione ai comportamenti virtuosi tenuti dai soggetti che per il 2011 hanno avuto accesso al regime premiale, confermano la bontà della scelta effettuata dal legislatore nel decreto Salva Italia. Occorre proseguire su tale strada facendo in modo che tutti coloro che applicano i 205 studi di settore, seppur con le cautele e con i filtri necessari affinché al regime accedano i soli contribuenti meritevoli, possano confrontarsi con il premiale.
Più nel merito, è necessario però che alcuni indicatori (in particolare quello del valore aggiunto per addetto indipendente e quello della copertura dei costi dell’utilizzo dei beni strumentali) siano tarati per tener conto del periodo di crisi e della realtà delle piccole imprese individuali ed inoltre vanno sanate le erronee indicazioni di dati che non hanno effetto sulla congruità, coerenza e indicatori.
Si ritiene, infine, che sia giunto il momento di fare un ulteriore passo avanti: il Legislatore valuti l’opportunità di concedere riduzioni d’imposta a coloro che dichiarano imponibili incrementali, convinti che tale scelta andrebbe nella direzione di aumentare ulteriormente e sensibilmente l’adempimento spontaneo.

 

 

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