In un contesto che ha visto, nel secondo trimestre del 2020, la peggiore caduta del PIL in tempi di pace – la nota dell’Ufficio parlamentare di bilancio del 5 agosto indica per quest’anno un calo del PIL del 10,4% – la lettura dei dati mensili pubblicati dall’Istat in questi giorni evidenzia la presenza di segnali di recupero dell’economia italiana.
Sul fronte dei consumi delle famiglie, a giugno 2020 le vendite al dettaglio, al netto della stagionalità, registrano un aumento del 12,1% rispetto a maggio, trainato dalla ripresa dei beni non alimentari dopo il crollo nel periodo dell’emergenza Covid-19. L’indice destagionalizzato delle vendite torna ad un livello di poco inferiore (scostamento di 2,7 punti percentuali) a quello di febbraio, precedente lo scoppio dell’emergenza.
Focalizzando l’analisi su alcuni prodotti tipici del made in Italy, si osserva che a giugno 2020 le vendite al dettaglio rimangono ancora in forte flessione per calzature, articoli in pelle e da viaggio (-12,8%) e abbigliamento e pellicce (-12,3%), mentre segnano un recupero (+10,4%) le vendite di mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa. Per questi prodotti il bilancio del quadrimestre marzo-giugno 2020 rimane pesante: le vendite cumulate nei quattro mesi si dimezzano per calzature, articoli in pelle (-46,8%) e abbigliamento (-48,6%) e si riducono di oltre un terzo per mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa (-37,8%).
A giugno 2020 la produzione manifatturiera aumenta dell’8,8% rispetto a maggio. Nella media del secondo trimestre, il livello della produzione cala del 19,4% rispetto ai tre mesi precedenti. Su base tendenziale, rispetto lo stesso mese di un anno prima, la produzione manifatturiera rimane inferiore del 14,7% con le flessioni più ampie per moda (tessile, abbigliamento, pelli e accessori a -26,7%) e mezzi di trasporto (-26,4%).
Sebbene in recupero, i livelli produttivi restano ancora distanti da quelli prevalenti prima dei provvedimenti legati all’emergenza sanitaria; rispetto a febbraio la produzione manifatturiera risulta inferiore, al netto dei fattori stagionali, di 14,3 punti percentuali. In prospettiva futura, l’ultima nota mensile dell’Istat indica che “la ripresa dei ritmi produttivi del settore manifatturiero è attesa estendersi anche a luglio come evidenziato dal miglioramento dell’indice di fiducia, condizionato favorevolmente dall’andamento dei giudizi sugli ordini e dalle attese di produzione”. Va osservato che il favorevole andamento di queste variabili è concentrato sulle grandi imprese mentre le attese di piccole e medie imprese ristagnano.