Nel corso degli ultimi anni la diffusione delle tecnologie digitali ha incrementato le opportunità di scelta tra beni e servizi per il consumatore. La digitalizzazione dei processi produttivi ha modificato gli scambi tra imprese, il crescente accesso alla Rete dei cittadini ha diffuso l’utilizzo dell’e-commerce. La crisi da coronavirus, con le conseguenti limitazioni sul lato dell’offerta e la domanda, ha incrementato, con intensità straordinaria, gli acquisti on line. Le recenti stime dell’Unctad indicano per il 2018 un valore dell’e-commerce – che comprende quello tra imprese (B2B) e quello rivolto ai consumatori finali (B2C) – pari al 30,2% del PIL mondiale.
La crescita delle vendite on line B2C tra lockdown e riapertura – Sulla base delle stime dell’Unctad per il nostro paese e le tendenze delle vendite di commercio elettronico B2C – che oggi l’Istat ha aggiornato a maggio – nel trimestre marzo-maggio 2020 si osserva un boom del commercio elettronico, le cui vendite ai consumatori finali sono salite del 31,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in valore assoluto pari a 1.937 milioni di euro nei tre mesi considerati. La forte crescita di questo canale di vendita è particolarmente significativa nel difficile contesto del secondo trimestre 2020, il periodo più buio della crisi Covid-19, in cui il PIL in Italia, secondo le previsioni della Commissione europea pubblicate stamane, crolla del 15,8% rispetto al primo trimestre dell’anno.
I prodotti maggiormente acquistati on line – Nel 2019 i prodotti maggiormente acquistati on line sono abiti e articoli sportivi, che registrano una quota di acquirenti pari al 43,8% del totale degli e-shoppers; seguono articoli per la casa con il 38,7%, libri ed e-book con il 25,0%, attrezzature elettroniche con il 21,7% e prodotti alimentari con il 12,9%. Tra i servizi si osserva una maggiore propensione all’acquisto in Rete per pernottamenti di vacanze con il 29,4%, altre spese di viaggio per vacanze con il 26,7%, biglietti per spettacoli con il 20,4%, film e musica con l’11,0% e servizi di telecomunicazione con il 10,9%. Nell’Appendice statistica la quota di e-shoppers per prodotto e per regione: clicca qui per scaricarla.
Digitale, e-commerce e MPI nella crisi Covid-19 – Nel corso dell’emergenza sanitaria le micro e piccole imprese hanno significativamente aumentato l’utilizzo del canale digitale per relazionarsi con clienti e fornitori. Secondo l’ultima survey condotta a giugno su oltre 3 mila MPI si riscontra che il 56,7% delle imprese intervistate ha implementato l’utilizzo di una o più tecnologie digitali, tra le quali sito web, social network, piattaforme di videoconferenze, formazione on-line ed e-commerce. In particolare, il 71,5% di queste imprese ha incrementato l’utilizzo di uno o più strumenti digitali, il 36,2% ne ha ampliato le funzionalità e il 29,6% ha introdotto uno o più strumenti digitali, non presenti in azienda prima della crisi da coronavirus.
Nella crisi raddoppia il tasso di crescita delle MPI attive nell’e-commerce – Nostre recenti analisi hanno evidenziato che nel corso della crisi Covid-19 il tasso di crescita delle MPI attive nell’e-commerce è raddoppiato, salendo, al 19,8%, un ritmo doppio del tasso di trend del 10,9% medio annuo, con 122 mila micro e piccole imprese in più attivate dell’emergenza coronavirus nell’utilizzo del commercio elettronico.