Derubricare a “performance artistica” o a “installazione artistica sulla macchina sbagliata” quanto accaduto ieri ai danni della sindaca Chiara Frontini non è solo sbagliato, ma è anche e soprattutto pericoloso. Perché così si rischia di innescare un imprudente circolo vizioso di emulazione.
Gli artigiani che rappresentiamo sono parenti stretti degli artisti, quindi lungi da noi non riconoscere il valore della libertà di espressione attraverso l’estro e la creatività. Ma entrare a gamba tesa in questo modo nella sfera personale di una donna, una donna che rappresenta le istituzioni, va molto oltre la creatività e la libera espressione, perché non tutto può essere giustificato come “arte”. O, peggio ancora, come leggerezza, come euforica goliardia.
Perché altrimenti apparirebbe del tutto inutile, per non dire grottesco, fare battaglie di civiltà contro la violenza di genere in occasione del 25 novembre, quando poi, come in questo caso, ci si trincera dietro un ingiustificato atteggiamento buonista nei confronti chi si rende autore di un gesto vile e disprezzabile che umilia e mina la serenità di una donna.
Serve, invece, una netta condanna. Perché girarsi dall’altra parte e voler far finta di non vedere è ciò che più alimenta la banalità del male.
Solidarietà piena a Chiara Frontini.
Andrea De Simone – Segretario Confartigianato Imprese di Viterbo
Michael Del Moro – Presidente Confartigianato Imprese di Viterbo