Uso del nichel in oreficeria. Dal 1 aprile 2013 è in vigore la nuova norma

 

  Viterbo, 25 luglio 2013  
 

La norma UNI EN1811/2011 individua le modalità di prova di riferimento per il rilascio di nichel da parte di oggetti di oreficeria e bigiotteria a contatto diretto e prolungato con la pelle
Ecco tutte le informazioni e i consigli della Federazione Orafi e Argentieri per supportare le aziende del settore orafo negli adempimenti previsti

Il 1 aprile 2013 è entrata in vigore la norma UNI EN1811/2011 che individua le nuove modalità di prova di riferimento per il rilascio di nichel da parti di oggetti di oreficeria e bigiotteria, sia che questi siano destinati ad essere inseriti in parti perforate del corpo umano, sia che siano destinati a venire in contatto diretto e prolungato con la pelle.

Rientrano nel campo di applicazione di questa regolamentazione non solo piercing e perni degli orecchini, ma anche a tutti i gioielli che vengono a contatto con la pelle. La norma non rileva la preziosità o meno del metallo predominante, ma solo la presenza di nichel nella lega.
Da un punto di vista tecnico sono interessate tutte le leghe con presenza di nichel, ed è il caso soprattutto di quelle usate per produrre gioielli e loro parti in oro bianco.

Il punto 27, del Regolamento REACH (normativa comunitaria in materia di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche), relativamente al nichel prevede che esso non possa essere utilizzato in tutti gli oggetti metallici che vengono inseriti nelle orecchie perforate e in altre parti perforate del corpo umano, a meno che il tasso di cessione di nichel da tali oggetti sia inferiore a 0,2 g/cm2/settimana, e per gli articoli destinati ad entrare in contatto diretto e prolungato con la pelle, quali orecchini, collane, bracciali e catenelle, braccialetti da caviglia, anelli, casse di orologi da polso, cinturini e chiusure di orologi, se il tasso di cessione di nichel è inferiore a 0,5/cm2/settimana.
Inoltre il nichel non può essere utilizzato nella fabbricazione di oggetti destinati ad entrare in contatto diretto e prolungato con la pelle, quali quelli sopra elencati, se hanno un rivestimento senza nichel, a meno che tale rivestimento sia tale da garantire che il tasso di cessione di nichel non superi 0,5 g/cm2/settimana per un periodo di almeno due anni di uso normale dell’articolo.

Dal 1 aprile, quindi, tutti gli articoli sopra descritti non possono essere immessi sul mercato se non sono conformi alle prescrizioni su indicate.
La nuova norma, oltre a prevedere cambiamenti nella composizione del bagno di sudore sintetico che deve simulare la cessione del Nichel da parte i oggetti di oreficeria o bigiotteria che vengono a contatto con la pelle, determina di fatto nuovi limiti di tolleranza di rilascio.

Si consiglia di prestare particolare attenzione circa:
•    l’acquisto e l’uso di leghe e pre-leghe;
•    trattamenti di rivestimento superficiale, galvanici e non;
•    l’assemblaggio di componenti non di propria produzione che vanno a contatto con la pelle.

Sarebbe utile farsi rilasciare dichiarazioni dai fornitori, che eseguono i trattamenti di rivestimento superficiale e dai fornitori di componenti che attestino che i prodotti acquistati/lavorati sono in regola con la norma tecnica EN 1811:2011. Si ricorda che le leghe devono essere usate come da istruzioni, infatti usi diversi ne cambiano la resa.

Inoltre il REACH stabilisce che le soglie suddette non debbono essere superate neanche durante la produzione, impedendo di fatto di produrre gioielli non conformi anche per mercati che non hanno tali limiti qualitativi.

Possibili soluzioni per la produzione:
•    Utilizzare ove possibile leghe nickel free;
•    Al momento la soluzione conosciuta benché costosa e benché non abbia la stessa resa del nichel è la sua sostituzione con il palladio;
•    Un’altra soluzione è una rodiatura o trattamento galvanico equivalente tale da impedire il rilascio del nichel per almeno due anni dall’acquisto (infatti le prove a cui vengono sottoposti i gioielli sono sia l’abrasione, cioè l’usura, che il rilascio). A questo proposito si ricorda che la rodiatura di pezzi in oro giallo non è ammessa;
•    In ogni caso si consiglia di fare qualche test sulla produzione e sul magazzino per capire se i prodotti sono a norma oppure di quanto si discostano dai valori limite. Si consiglia di prelevare campioni di forme geometriche diverse e provenienti da lavorazioni diverse.

Responsabile del rispetto della norma è l’azienda produttrice, quindi è importante che i produttori si attengano alle nuove disposizioni.

Per verificare la compatibilità delle leghe attualmente in uso con il nuovo metodo di analisi, le Associazioni di Categoria, hanno commissionato uno studio dal quale emergono dati interessanti come il fatto che su 34 leghe testate una sola rispetta il limite di cessione in tutti gli stati e nessuna quello per le parti perforate.

Si fa presente che oltre al nichel, anche la presenza di silicio e argento influenzano la cessione, nonché la forma geometrica e la lavorazione subita dalla lega: ad esempio è stato empiricamente dimostrato che i pezzi provenienti da lavorazione meccanica hanno un valore di rilascio basso, mentre quelli provenienti da microfusione hanno un rilascio elevato.

Confartigianato Orafi, partecipa al Tavolo Orafo del Ministero dello Sviluppo Economico, dove si stanno cercando soluzioni in merito alla possibilità di individuare modifiche nella preparazione leghe in conformità al nuovo standard.

 

 

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