Le associazioni di categoria esprimono preoccupazione per la manovra finanziaria

 

Manovra economica
Le associazioni di categoria: norme fiscali da modificare

Roma, 1° luglio 2010 – Confindustria e Rete Imprese Italia  (Confcommercio, Confartigianato,   CNA,   Casartigiani,   Confesercenti)   esprimono  forte preoccupazione  per  le misure contenute nella manovra finanziaria relative alla  riscossione  delle  imposte e dei contributi sociali (art. 38) e alla compensazione dei debiti e crediti fiscali (art. 31).
Le  imprese  rilevano  l’assoluta  incongruità della norma che fissa in 150 giorni  la  durata  massima della  sospensione  giudiziale  degli  atti di recupero  dei  crediti  tributari  e  previdenziali, a fronte di una durata media  dei  soli  procedimenti  di  primo  grado  pari  a  734  giorni. Ciò obbligherebbe  i contribuenti  (pena il pignoramento) a pagare gli importi richiesti   dall’amministrazione   a   fronte  di pretese  che  potrebbero successivamente  risultare  non  fondate.  Il  che  non è accettabile e può portare a conseguenze irreparabili per le imprese. Va  segnalato  che  le Commissioni Tributarie sospendono l’esecuzione degli atti impugnati solo quando vi è fondato motivo di ritenere che dagli stessi derivano  danni  gravi  ed  irreparabili  per il contribuente ed il ricorso appare  fondato.  E la stessa relazione tecnica alla manovra evidenzia come nel  75%  dei casi in cui è stata concessa la sospensiva il procedimento si conclude con un giudizio favorevole al contribuente.
Un’altra  misura  che  desta  allarme  riguarda il divieto di effettuare la compensazione  di  crediti e debiti fiscali in presenza di accertamenti per importi superiori a 1.500 euro.
Il divieto di compensazione può avvenire solo quando vi è la piena certezza del debito fiscale, ossia quando lo stesso è iscritto a ruolo definitivo. Del  tutto sproporzionate, poi, risultano le sanzioni in caso di violazione del  divieto  di compensazione, pari  al  50%  dell’importo indebitamente compensato anche a fronte di debiti di importo molto limitato. Le  imprese  ritengono  indispensabile  un  ripensamento di queste norme, a tutela dei diritti di tutti i contribuenti.

   
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