“Ben venga una disposizione normativa chiara e inequivocabile che vieti l’utilizzo dei termini ‘artigiano’ e ‘artigianale’ in modo non opportuno e non rispondente al vero, specie in riferimento a produzioni in serie spacciate per manifatture di qualità”. E’ categorico Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo, che si schiera a favore dell’approvazione del disegno di legge depositato a Palazzo Madama dal senatore Massimiliano Romeo e sottoscritto da diversi suoi colleghi.
Un disegno di legge che prevede anche l’introduzione di sanzioni – pari all’1% del fatturato e comunque non inferiori a 25mila euro – non solo per chi in ambito pubblicitario classifica ingannevolmente il proprio prodotto come “artigianale”, ma anche per chi lo vende con etichette attestanti la stessa dicitura. “Basta con complementi d’arredo realizzati da operai in catene di montaggio ma pubblicizzati come se prodotti da sedicenti ‘artigiani della qualità’ – aggiunge -. Basta con generi alimentari industriali che con apposite campagne di comunicazione diventano poi magicamente patatine fritte o gelati artigianali”.
“Le imprese artigiane sono solo quelle regolamentate dalla legge quadro 443 del 1985 – continua – e che sono iscritte all’albo degli artigiani delle Camere di Commercio di riferimento. Chiunque si spacci per artigiano non possedendo però i requisiti richiesti dalla legge e non partecipando in prima persona al processo produttivo, è un fake e compie atti di concorrenza sleale nei confronti dei veri artigiani, quelli che hanno reso il Made in Italy unico al mondo. L’acquirente finale, inoltre, rischia di venire disorientato e di acquistare prodotti molto lontani dagli standard produttivi tipici delle vere creazioni artigianali”.
“E’ necessario che vengano introdotte sanzioni e che vengano fatti rispettare i divieti, colmando così il vuoto normativo lasciato dalla legge quadro – conclude il segretario provinciale di Confartigianato –. Ciò al fine di preservare la qualità delle produzioni italiane d’eccellenza e di mettere al riparo le vere imprese artigiane da slogan ingannevoli e concorrenza sleale ”.
(foto Tusciaweb)