Lampa (Giovani Imprenditori) sui bergamaschi che hanno completato l’ospedale degli Alpini: “Neanche una grande industria avrebbe potuto fare tanto”

La gravissima situazione in cui tutto il nostro Paese attualmente si trova, ci pone nelle condizioni di dover fronteggiare scenari problematici e rischiosi per le nostre aziende.

Sono titolare della mia attività da più di dieci anni, un tesoro lasciato in eredità da mio padre, che è stato artigiano prima di me fin dalla sua giovanissima età. Eppure non si era mai verificata una emergenza sanitaria di tale portata, che avesse oltretutto una conseguenza così forte sul piano economico. Le proposte e i finanziamenti messi in atto dal nostro Governo sono stati molteplici, ma quello che riguarda noi più da vicino è stato lo stanziamento di un contributi di 600 euro, pubblicizzato spesso nei notiziari alla televisione, che è apparso fin da subito insufficiente se non addirittura ridicolo. Per non parlare delle modalità di richiesta sul sito dell’Inps, su cui stenderei un velo pietoso. 

Daniele Lampa

Chiunque abbia una piccola o media azienda, o sia in possesso di Partita Iva, sa perfettamente che tale cifra non coprirebbe nemmeno le spese di una settimana di lavoro. Tuttavia, come imprenditore ma soprattutto come presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Viterbo, vorrei porre l’attenzione su un episodio probabilmente meno noto alla maggior parte della popolazione: la costruzione dell’ospedale da campo dell’Associazione Nazionale Alpini, avviata a Bergamo grazie anche alla collaborazione dei Giovani Imprenditori della città stessa, i quali, mettendo a disposizione le loro attrezzature oltre che le loro competenze, hanno costituito un punto di forza notevole per tutto il territorio.

All’inizio del progetto degli Alpini, a Confartigianato è stata fatta richiesta di “assoldare” dodici unità che spontaneamente volessero collaborare con gli Alpini per la costruzione di questo ospedale. Ebbene, più di duecentocinquanta persone hanno “risposto alla chiamata” e, in meno di dieci giorni, la struttura è stata realizzata; in sei giorni sono state totalizzate diecimila ore di lavoro e il miracolo si è compiuto. Questi sono numeri che sbalordiscono e ci rendono orgogliosi di appartenere ad una categoria, quella dei giovani imprenditori, i quali mettono a servizio dello Stato e delle persone che ora hanno più bisogno la propria professionalità, l’esperienza nel campo e la dedizione verso il loro lavoro.

Un vero e proprio “esercito di artigiani” ha fatto ciò che una industria, seppur solida, non avrebbe mai potuto realizzare. Anche la più competente filiera in campo non sarebbe stata in grado di gestire una situazione simile, perché la forza del singolo, della più piccola impresa e del più giovane artigiano non hanno pari. E questo ne è stato l’esempio.

Vorrei che si riflettesse su ciò e che si tenesse soprattutto in considerazione una volta che l’emergenza sanitaria sarà finalmente rientrata e dovremo pensare a quella economica. Bisognerà tutelare seriamente i nostri artigiani e dare loro garanzie consistenti sui nuovi scenari che la società, ormai inevitabilmente provata e cambiata, proporrà.

Garantiamo che sarà nostra premura come Associazione chiedere con forza alle autorità competenti riconoscimenti, ma soprattutto valide tutele, per i giovani imprenditori che nel passato più recente, in un periodo di crisi che certamente non incentivava all’apertura di nuove attività, si sono messi alla prova e hanno investito per il futuro loro e del nostro Paese.

 

Daniele Lampa

Presidente movimento Giovani Imprenditori

di Confartigianato Imprese di Viterbo