Il Consiglio di Stato boccia il self-service per il pane precotto sfuso nella grande distribuzione

No self service per il pane sfuso precotto e congelato, che per essere commercializzato dovrà prima venire confezionato: Confartigianato Imprese di Viterbo esprime soddisfazione per la sentenza 6677/2021 del Consiglio di Stato che conferma in via definitiva il principio del preconfezionamento obbligatorio del pane precotto e surgelato, posto in vendita soprattutto nell’ambito della grande distribuzione organizzata, al fine di distinguerlo correttamente dal pane fresco dei forni artigiani, così come già sancito lo scorso anno dalla Cassazione con l’ordinanza n. 8197/2020 e con la successiva sentenza n. 14712/2020.

“Una vittoria di Confartigianato, una vittoria dei forni artigiani che ogni giorno portano sulle nostre tavole il vero pane fresco – commenta Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo -. Finalmente il Consiglio di Stato ha accolto le richieste della Confederazione e ha fatto chiarezza su cosa debba intendersi per ‘pane fresco’, vietando definitivamente il self-service per quello precotto sfuso, che soprattutto in era di pandemia da covid-19 va trattato diversamente, nel rispetto delle norme igieniche e sanitarie”.

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“Sulle regole che tutelano i prodotti alimentari bisogna essere inflessibili – aggiunge De Simone -. Il self service del pane è una pratica non più tollerabile, specie perché purtroppo siamo alle prese ormai da quasi due anni con una grave pandemia, e non è concepibile che un prodotto di così largo consumo possa venire toccato e ritoccato da più mani senza alcun controllo. Solo i panifici artigiani, che propongono un prodotto realmente fresco, sono garanzia di qualità e di rispetto assoluto delle procedure e delle norme anti contagio”.

“La sentenza del Consiglio di Stato, a cui ora dovranno adeguarsi tutti gli esercizi che fino ad oggi hanno servito pane sfuso precotto in modalità self-service, va a sanare una stortura del mercato, perché i forni artigiani sono sottoposti a norme stringenti che in caso di violazione comportano sanzioni pesanti – conclude il segretario di Confartigianato Imprese di Viterbo -. In questo modo vengono invece riconosciute una sostanziale equità nel settore e, soprattutto, una maggiore tutela dei consumatori, come richiesto a gran voce da Confartigianato”.

 

 

 

 

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