Un vero e proprio disagio per le piccole e medie imprese, che rischia di mettere seriamente in crisi numerose attività. L’obbligo della fatturazione elettronica anche tra privati, entrato in vigore lo scorso primo gennaio, come da previsione sta creando non pochi problemi a tantissime aziende di tutta Italia. Sono numerosi anche nella Tuscia episodi di ritardi nell’invio dei documenti contabili attraverso i sistemi informatici, col risultato di far slittare i pagamenti di due mesi. Il caso più eclatante è quello della Latte Trento, consorzio di oltre 300 conferitori trentini, che a febbraio per un gap nell’invio telematico della fattura, ha avuto un mancato incasso di oltre 5 milioni di euro. Ma anche tra le imprese del territorio viterbese la situazione si sta facendo complicata.
“Di 60 fatture elettroniche emesse dall’inizio dell’anno, 17 sono andate a buon fine mentre 43 sono ancora in coda – spiegano dalla Mama Eco Service, realtà produttiva del trattamento e rigenerazione delle cartucce per stampanti, tra le tante imprese che lamentano disagi -. A febbraio non siamo riusciti a incassare quelle emesse a fine gennaio, perché il sistema ha gestito con lentezza i documenti che sono slittati di qualche giorno. Di conseguenza sono stati posticipati anche i pagamenti, ma se andiamo avanti di questo passo si fa fatica”. Sotto accusa il sistema dell’Agenzia delle Entrate, sebbene le fonti ufficiali facciano sapere di non aver registrato particolari criticità o blocchi del servizio sulle piattaforme informatiche che monitorano i flussi dei dati sui server. “Il sistema è concepito male e gestito peggio – aggiungono -. Rischiamo di bloccare tutto, perché se abbiamo ritardi negli incassi per la lentezza dei sistemi diventa difficile provvedere a nostra volta al pagamento di tasse, stipendi, contributi e fornitori”.
I malfunzionamenti che aziende e consulenti segnalano sono molteplici e non riguardano solo i rimandi nella consegna delle notifiche ai soggetti emittenti, che spesso sforano i 5 giorni previsti dalla legge. “La fatturazione elettronica è una realtà che esiste anche in altre nazioni e che, sì, pone l’Italia all’avanguardia, ma l’impressione è che il Governo abbia voluto forzare su un provvedimento per cui il paese non era ancora preparato – interviene Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo -. E’ mancata probabilmente una visione d’insieme, non si è tenuto conto dell’impatto e delle conseguenze, oltre che degli effetti reali del digital divide. Le criticità che emergono ogni giorno sono tante: spesso i dati fiscali contenuti nei pdf risultano diversi da quelli in xml, e non essendoci procedure di controllo sullo SDI è facile cadere in errori e ripetizioni negli invii. A tutto questo vanno aggiunte le preoccupazioni per la privacy e per le truffe da parte degli hacker che si sono già ampiamente verificate in questi primi mesi. E’ evidente che i problemi da risolvere per queste procedure siano molteplici – conclude -, l’intero sistema della fatturazione elettronica va rivisto, perché se si persevera con i ritardi lamentati dalle aziende, si rischia di mandare in tilt il sistema della piccola e media impresa italiana”.