Accesso al credito, semplificazioni, ammortizzatori sociali, riforma fiscale: il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti affronta tutti i temi che stanno a cuore alle piccole imprese nell’intervista pubblicata oggi sul Corriere della sera. Dal confronto svoltosi il 16 giugno con il Governo agli Stati Generali dell’economia, Merletti si aspetta scaturiscano ‘azioni, misure concrete’ per le piccole imprese.
A cominciare da sostegno alla liquidità, e rilancia la proposta di una banca a partecipazione pubblica capace di supportare i piccoli imprenditori, sul modello della vecchia Artigiancassa. Dal Decreto Semplificazioni, l’attesa è per appalti a km zero e l’innalzamento fino al valore di 150mila euro degli appalti che possono essere assegnati con affidamento diretto.
Di seguito il testo dell’intervista del presidente Merletti.
Tre ore. Tanto è durato il confronto del governo con Confartigianato agli Stati generali dell’Economia. Ben sei i ministri mobilitati. Non potrete più lamentarvi d’ora in poi della scarsa attenzione alle piccole imprese…
“L’ascolto c’è stato. Ora devono venire le azioni, le misure concrete — si augura il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti —. Per il momento l’unica certezza è che ci sono ferite che restano aperte. Come i tempi lunghi nel supporto alla liquidità”.
Soluzioni?
“Bisogna andare oltre l’emergenza. Già prima del Covid il sistema bancario non dava più prestiti alle piccole imprese: agli istituti non conviene. I prestiti ai piccoli per l’industria del credito sono quella che in altre settori si definisce “area a fallimento di mercato”, soprattutto con i vincoli che sono stati introdotti dopo la crisi del 2008”.
Quindi?
“Abbiamo chiesto che venga istituita una banca a partecipazione pubblica con la finalità di supportare piccoli e piccolissimi, sul modello della vecchia Artigiancassa, poi confluita in Bnl, che in Italia ha funzionato benissimo per 50 anni”.
Ammortizzatori: il fondo bilaterale di settore è stato rifinanziato.
“Finalmente sono stati trasferiti 250 milioni sui 750 previsti nel decreto Rilancio. Faccio notare che il nostro fondo ha dimostrato grande efficienza nei tempi di intervento. Il 9 di aprile avevamo già fatto arrivare i soldi sui conti correnti. Ora speriamo di non dover subire altri ritardi per il conferimento del resto dei fondi”.
Si parla di una riforma per costituire un ammortizzatore unico…
“I tempi della cassa in deroga sono una vergogna. Ma il nostro fondo ha dimostrato una gestione efficiente ed efficace. La nostra cassa dura tre mesi e ha contributi delle imprese proporzionati. Non ci serve averla più lunga perché un’impresa artigiana o riprende entro i tre mesi o semplicemente non esiste più. Quindi no all’ammortizzatore unico, non si buttano via 30 anni di bilateralità”.
Ci sono abusi nell’uso della cassa?
“Non penso, di sicuro le piccole imprese hanno interesse a lavorare”.
Cosa vi aspettate dal decreto Semplificazioni?
“Che alzi fino a 150 mila euro gli appalti che possono essere assegnati con affidamento diretto, per dirne una. Noi siamo anche per gli appalti a chilometro zero, per privilegiare le imprese del territorio”.
Come si può contrastare l’evasione fiscale?
“Abbiamo chiesto che vengano aumentate detrazioni e deduzioni. Con aliquote tali da rendere conveniente la richiesta della fattura. Per intenderci, il 19% garantito per esempio in sanità, inferiore all’Iva, non è sufficiente”.
I fondi in arrivo dalla Ue sarebbero ben investiti nel Ponte di Messina?
“Avrebbe molto più senso attivare una massiccia opera di adeguamento delle nostre scuole. E poi al governo abbiamo presentato anche un’altra idea”.
Quale?
“Agevolazioni per la ristrutturazione degli edifici nei centri storici. In un unico intervento si uniscono sostenibilità ambientale e sociale. Oltre a impulso al turismo. Abbiamo consegnato un progetto al governo”.
Confindustria contesta i troppi contributi a pioggia.
“Sono d’accordo. Ma la cancellazione di saldo e acconto Irap di maggio cosa è se non un intervento a pioggia a favore delle grandi imprese? Questa tassa è pagata all’80% proprio dai grandi”.
Ha senso prolungare oltre il 17 agosto il divieto di licenziare?
“La crisi non si ferma per legge. Se si vogliono evitare i licenziamenti si facciano investimenti pubblici sulla ripartenza”.
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