“Le risorse indicate nel DEF sono un ulteriore, apprezzabile intervento messo in campo dal Governo. Ma per sostenere la crescita e affrontare le difficoltà delle imprese acuite dalla guerra in Ucraina occorrono politiche condivise a livello europeo, utilizzando l’esperienza di debito congiunto del Next generation EU, la ridiscussione del Patto di stabilità e il sostegno della BCE per garantire liquidità ai Paesi dell’Ue”.
Sono le indicazioni espresse da Confartigianato durante l’audizione sul Documento di Economia e Finanza svoltasi oggi davanti alle Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato.
Confartigianato ha messo in evidenza l’impatto economico del conflitto in Ucraina che coinvolge quasi 1 milione di imprese con 5 milioni 353 mila addetti, più della metà dei quali occupati in micro e piccole imprese. E proprio le piccole imprese hanno pagato per l’energia elettrica, nell’ultimo anno, un maggiore costo di 6,2 miliardi rispetto alla media dei competitor tedeschi e francesi.
Confartigianato sottolinea la necessità di intensificare l’impegno ad attuare le riforme strutturali che devono accompagnare la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza: fisco e burocrazia, innanzitutto, per ridurre il carico di tasse e semplificare gli adempimenti amministrativi che pesano sulle spalle degli imprenditori. Secondo la Commissione europea, nel 2021 persiste uno spread fiscale tra l’Italia e l’Eurozona di 1 punto di PIL, pari a 17,8 miliardi di euro di maggiore prelievo fiscale per i nostri cittadini e imprenditori.
In tema di politiche energetiche, oltre alla necessità di definire, a livello europeo, un tetto al prezzo del gas e a perseguire l’obiettivo dell’indipendenza dagli approvvigionamenti esteri anche con maggiori investimenti sulle energie rinnovabili, l’indicazione di Confartigianato è di agire sulla tassazione per ridurre i maggiori costi dell’energia a carico delle piccole imprese a causa dell’assurdo meccanismo che fa pagare maggiori oneri in bolletta alle imprese che consumano meno, in barba al principio ‘chi inquina paga’.
Sul fronte dei rincari delle materie prime, la Confederazione sollecita al Governo interventi di monitoraggio per intercettare e dissuadere comportamenti speculativi nelle fasi di produzione e distribuzione insieme con misure economiche e fiscali finalizzate a ridurre il consumo di materiali incentivando l’economia circolare e il riciclo e il recupero dei rifiuti.
Richiesto anche un impegno deciso per realizzare la transizione green e digitale, rafforzando gli attuali strumenti a sostegno degli investimenti delle imprese in innovazione e ricerca.
Tra gli interventi sollecitati da Confartigianato in tema di occupazione, il rifinanziamento delle prestazioni straordinarie per il sostegno al reddito per le imprese artigiane, oltre a impegni finalizzati alla qualificazione della forza lavoro, puntando sulla formazione tecnica per poter disporre di manodopera qualificata all’altezza delle nuove sfide dell’innovazione tecnologica.