Confartigianato è pronta a costruire il futuro dell’artigianato e delle piccole imprese e ad accompagnare gli imprenditori nelle profonde trasformazioni che stanno cambiando il mondo ed impongono nuove modalità per fare rappresentanza ed offrire servizi.
E’ il messaggio emerso dalla Convention organizzata dalla Confederazione a Roma il 23 e il 24 maggio, che ha visto la partecipazione di oltre 400 persone tra Segretari e funzionari delle Associazioni territoriali e delle Federazioni regionali provenienti da tutta Italia.
Due giorni densi di riflessioni, proposte e di scambio di esperienze, aperti dal saluto del Presidente di Confartigianato Marco Granelli, che segnano una nuova tappa del percorso per condividere buone pratiche, metodo di lavoro, obiettivi ed accrescere la leadership di Confartigianato nella rappresentanza e nel sostegno della competitività delle imprese associate.
I Segretari del Sistema Confartigianato sono stati protagonisti di un confronto interattivo e pragmatico con tutti i partecipanti alla Convention articolato in 4 panel e 11 focus dedicati alle modalità per trasformare e potenziare la ‘macchina associativa’ in ambiti cruciali per le imprese, in particolare per quanto riguarda la sostenibilità economica, ambientale e sociale.
“Abbiamo vissuto due giorni positivi, all’insegna della conoscenza, delle relazioni, della ‘contaminazione’ di idee e di progetti. I lavori della Convention – ha sottolineato Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato – ci hanno restituito, da parte del Sistema Associativo, una grande e diffusa voglia di collettività e di mettersi in gioco, con la consapevolezza che i vantaggi del cambiamento valgono più dei costi per realizzarlo. Siamo una grande squadra che accetta la sfida del cambiamento, pronta a migliorare e a lavorare con un metodo a matrici governate da obiettivi da raggiungere nell’ambito di indirizzi comuni. Abbiamo avuto la conferma che il Sistema Confartigianato può offrire risposte a tutte le domande, con un’offerta ‘a scalare’, modulabile a seconda delle differenti esigenze”.
La direzione del cambiamento consiste nel migliorare quanto viene già fatto, passando dal lavoro per funzioni al pensare per processi, elevando le competenze, operando in modo armonico, agendo insieme, in nome della responsabilità collettiva, per ottenere vantaggi per tutti. “Abbiamo reagito bene agli effetti della pandemia – ha spiegato Vincenzo Mamoli – ma i profondi cambiamenti economici e sociali che stiamo vivendo ci obbligano ad agire in modo nuovo, ad essere flessibili, a collaborare, perché nessuno si salva da solo, anche se si sente invincibile, e ad essere attori protagonisti di una partita cruciale per costruire il ‘rinascimento’ competitivo delle nostre imprese”.
E proprio di ‘Rinascimento’ ha parlato Massimiliano Valerii, Direttore del Censis, il quale ha richiamato la necessità di un nuovo paradigma: abbandonare la ‘frugalità’ per tornare allo ‘spirito del tempo’, alla ridondanza che ha connotato il secolo d’oro italiano, tra il 1400 e il 1500, con i grandi investimenti nella bellezza creata dagli artigiani, tuttora attrattiva, il ruolo strategico dei territori del nostro Paese, il protagonismo dell’Uomo che ha fiducia in se stesso e diventa homo faber, artefice del futuro. “Dobbiamo – ha concluso Valerii – diventare artefici del nostro futuro e della nostra sorte, grazie allo spirito artigiano”.
Le radici storiche e le prospettive del conflitto in Ucraina sono state analizzate dal Professor Giulio Sapelli, economista e Presidente della Fondazione Germozzi, il quale ha approfondito gli scenari politici ed economici in cui si muovono le imprese con un excursus che ha messo a confronto le posizioni e gli interessi in campo da parte dei diversi Paesi nel mondo.
E del bivio di fronte al quale si trova la nostra società ha parlato il Professor Mauro Magatti, sociologo e docente all’Università Cattolica di Milano, il quale, citando il suo ultimo libro ‘Supersocietà’, ha sottolineato che viviamo in una società entropica che “riduce la biodiversità, produce scarti e scorie intese anche come imprese e persone espulse dal mercato e dal mondo del lavoro, verticalizza e accentra, comprime le libertà”. Si può e si deve reagire a tutto questo – ha detto – con una rete di intelligenza umana diffusa di cui l’artigianato e Confartigianato, sistema di interessi, di senso e di intelligenza, è una parte fondamentale. Tre le condizioni indicate da Magatti: puntare sulla formazione e l’educazione, rendere le Organizzazioni d’impresa luoghi di conoscenza e apprendimento collettivo, riscoprire il territorio e la concretezza dei luoghi della vita.