Le donne italiane sono tra le più intraprendenti d’Europa, ma il nostro Paese è agli ultimi posti dell’Unione per occupazione femminile e per politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia. La fotografia del lavoro delle donne è stata scattata alla 24sima edizione della convention nazionale di Donne Impresa Confartigianato, che si è svolta il 23 e 24 settembre a Roma, riunendo 150 imprenditrici provenienti da tutta Italia. Per voce di Daniela Rader, presidente nazionale del movimento, le partecipanti hanno chiesto a gran voce l’avvio di politiche strutturali che consentano alle donne di fare impresa ma di poter essere allo stesso tempo anche madri, mogli e figlie.
Alla convention ha preso parte l’imprenditrice Laura Belli, presidente del movimento Donne Impresa di Confartigianato Viterbo. “La due giorni della convention – commenta – ha mostrato ancora una volta le capacità femminili nel creare e gestire imprese di successo, sempre più giovani, green e innovative come quelle che sono state protagoniste dell’evento ‘Pitch: Talenti ed eccellenze dell’imprenditoria femminile di Confartigianato imprese’. Sul palco sono salite 19 imprenditrici di diverse età, settori e aree del Paese, accomunate da creatività, abilità, coraggio. Doti che le rendono capaci di affrontare i profondi cambiamenti dell’economia italiana e di rimanere competitive sul mercato”.
Nel corso della convention è stato presentato l’Osservatorio sull’imprenditoria femminile artigiana dal quale emerge che l’Italia conta 1.510.600 donne che svolgono attività indipendenti, con un aumento del 3,3% nell’ultimo anno. Per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome l’Italia è al secondo posto in Europa, dietro solo al Regno Unito che raggiunge quota 1.621.000. A trainare il lavoro indipendente femminile sono le 182.853 titolari di imprese individuali artigiane, il cui numero è aumentato del 2,6% negli ultimi 10 anni. Insieme a socie e collaboratrici costituiscono un piccolo esercito di 350.405 donne d’impresa. Le donne italiane superano gli uomini nella vocazione imprenditoriale: nel 2018 sono nate 95.672 imprese femminili, 368 al giorno, con un tasso di natalità del 7,2% a fronte del 5,3% delle imprese maschili.
Le imprenditrici italiane sono anche sempre più giovani, istruite e hi-tech, e invadono i settori tipicamente maschili. Infatti le attività guidate da giovani donne under 35 sono 165.985, pari al 12,4% del totale delle imprese femminili. Le imprese giovanili femminili tra Viterbo e provincia sono 1121, di imprese hi-tech se ne contano ben 138. Si consolida la presenza femminile anche nei settori ad alta tecnologia e nei mestieri tipicamente maschili: sono infatti 101.262 le imprese femminili che svolgono attività di trasporto merci, autoriparazione, edilizia, falegnameria.
“Ma le imprenditrici e in generale le donne italiane – conclude Belli – devono fare i conti con la difficoltà di conciliare il lavoro con la cura della famiglia”. Al riguardo nella due giorni dedicata a Donne Impresa Confartigianato ha analizzato anche la disponibilità dei servizi per la famiglia messi in campo dagli enti locali, scoprendo così che soltanto il 56,7% dei Comuni italiani offre servizi di asili nido e servizi integrativi per l’infanzia e che l’utilizzo di queste strutture è molto basso. Per supplire alle carenze dei servizi pubblici, le donne si caricano di una notevole mole di impegni, tra cura della famiglia e attività domestiche, cui dedicano in media 3 ore e 45 minuti al giorno di lavoro non retribuito, pari ad un valore complessivo annuo di 100,2 miliardi di euro, di cui 18,5 miliardi attribuibili alle imprenditrici e 81,7 miliardi alle lavoratrici dipendenti. Il valore del lavoro non retribuito delle lavoratrici artigiane autonome è pari a 3,7 miliardi.