L’analisi dei dati pubblicati nei giorni scorsi dall’Istat evidenzia segnali di miglioramento delle aspettative di consumatori e imprese. A maggio 2019 l’indice del clima di fiducia dei consumatori torna ad aumentare dopo tre mesi consecutivi di calo. Si coglie una evoluzione positiva anche per l’indice del clima di fiducia delle imprese. L’indice composito di fiducia delle registra un aumento diffuso in tutti i settori: nelle costruzioni l’indice aumenta del 2,2% rispetto al mese precedente, nei servizi dell’1,3% e nel settore manifatturiero dell’1,2% mentre nel commercio al dettaglio sale di un più limitato 0,2%. Sul miglioramento del clima di fiducia nelle costruzioni influisce il buon andamento dell’attività del settore.
Nel dettaglio settoriale, nella manifattura si rileva un miglioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione. Nelle costruzioni la dinamica positiva dell’indice riflette il miglioramento sia dei giudizi sul livello degli ordini sia delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda. Nei servizi e nel commercio al dettaglio la dinamica positiva dell’indice riflette andamenti eterogenei delle rispettive componenti: il miglioramento dell’indice è trainato dalle attese sugli ordini nei servizi e dai giudizi sulle vendite nel commercio. Tutte le altre componenti risultano in calo.
Persiste un segno negativo del giudizio sulla situazione economica dell’Italia da parte delle imprese; a maggio 2019 si osserva un miglioramento per le imprese manifatturiere mentre si rileva un peggioramento per le imprese dei servizi non commerciali.
Sulle attese delle imprese pesa il rallentamento del commercio internazionale: nel primo trimestre 2019 il volume dell’export scende dell’1,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, mentre le anticipazioni sul commercio estero extra Ue di aprile 2019 evidenzia una dinamica congiunturale dell’ultimo trimestre mobile in lieve flessione (-0,6%).
Su questo fronte va ricordato che la performance dell’export nei settori con più alta presenza di micro e piccole imprese è migliore della media: nel primo trimestre 2019 il valore del made in Italy – al netto della stagionalità – sale dell’1,2% rispetto al trimestre precedente, sostenuta da una migliore performance nei beni di consumo (+2,1%) – in questo raggruppamento la quota di occupati nelle micro e piccole imprese è del 61%, superiore al 52% della media del manifatturiero – migliore del trend dei beni intermedi (+1,4%) e beni strumentali (+0,2%).
Infine va ricordato che persistono condizioni difficili di accesso al credito per le piccole imprese: a fronte di un calo dei prestiti dell’1,1%, a marzo 2019 si rileva un saldo relativo all’accesso al credito ampiamente negativo.