E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 ottobre il regolamento sugli appalti pubblici relativi ai beni culturali tutelati (decreto n. 374 del 22 agosto 2017). Il provvedimento – previsto dall’art. 146, co. 4 del d.lgs. 50/2016, Codice dei contratti pubblici – entrerà in vigore il prossimo 11 novembre e disciplina le seguenti tipologie di lavori: a) scavo archeologico, comprese le indagini subacquee; b) monitoraggio, manutenzione e restauro di beni culturali immobili; c) monitoraggio, manutenzione e restauro dei beni culturali mobili, superfici decorate di beni architettonici e materiali storicizzati di beni immobili di interesse storico, artistico o archeologico.
Con riferimento ai lavori riguardanti beni culturali, il decreto disciplina i requisiti di qualificazione degli esecutori dei lavori (una disciplina generale e una per lavori al di sotto dei 150 mila euro), i livelli e i contenuti della progettazione, i soggetti incaricati delle attività di progettazione e di direzione lavori, i tipi di intervento per i quali è consentita l’esecuzione di lavori di somma urgenza, nonché l’esecuzione e il collaudo dei lavori.
Nei «casi di somma urgenza, nei quali ogni ritardo sia pregiudizievole alla pubblica incolumità o alla tutela del bene, per rimuovere lo stato di pregiudizio e pericolo e fino all’importo di trecentomila euro», è previsto l’affidamento dei lavori in via diretta ad una o più imprese scelte dalla stazione appaltante in base all’articolo 163 del Codice dei contratti pubblici.
Il decreto va a sostituire il precedente decreto ministeriale n. 294/2000 sui requisiti di qualificazione delle imprese che operano nel settore dei beni culturali, nonché le norme del D.P.R. n. 207/2010 relative alla progettazione (articoli da 239 a 248) e alla fase esecutiva dei lavori appartenenti a tale settore (articolo 250), rimaste nel frattempo vigenti.