Andrea De Simone, direttore di Confartigianato Imprese di Viterbo, ha incontrato Benedetta Bruzziches, gotha dell’artigianato artistico made in Italy, presso il suo atelier viterbese in via dell’Orologio Vecchio.
Non ha bisogno di presentazioni la 28enne caprolatta, artigiana-stilista nota in tutto il mondo per le sue borse, lei che della passione per l’handmade ne ha fatto un innovativo sistema di produzione artigianale.
«Entrare nell’atelier di Benedetta significa immergersi in un mondo nuovo, altro rispetto all’esterno, eppure profondamente radicato con la terra sulla quale poggia e dalla quale trae ispirazione continua – spiega il direttore provinciale dell’Associazione di categoria –. Molti rintracciano nei suoi lavori quella magia e quell’aurea fiabesca che la stessa stilista attribuisce alle sue realizzazione, ma ritengo che sia più corretto dire che il suo universo creativo in realtà incarni l’essenza pura, liberata da sovrastrutture burocratico-economiche, dello spirito artigiano. Benedetta esprime senz’altro quella capacità autentica di essere imprenditrice, motivo per il quale può e deve essere una guida per i giovani artigiani del futuro».
L’incontro tra la stilista e il direttore ha portato a un confronto tra i due sulle possibili linee strategiche di diffusione e trasmissione del saper fare artigiano che ha reso famosa la Bruzziches nel mondo. «Siamo profondamente convinti che la qualità dei nostri prodotti e l’eccellenza dell’artigianato made in Tuscia, di cui Benedetta è ambasciatrice – continua De Simone –, debbano essere non solo coltivati, ma anche e soprattutto insegnati, trasmessi». In linea con la politica dell’associazione che sta spingendo il piede sul acceleratore della formazione giovanile, supportata dalla conoscenza dei grandi maestri artigiani – l’alleanza tra Samsung Maestros Academy e Confartigianato ne è la più recente dimostrazione –, il dialogo tra Bruzziches e De Simone nasce proprio con lo scopo di dar vita a nuovi terreni d’incontro e sviluppo delle potenzialità degli artigiani di domani.
«La filosofia sulla quale Benedetta ha edificato il suo progetto imprenditoriale è un esempio dal valore inestimabile delle possibilità di esportazione dei nostri prodotti di qualità – incalza De Simone –. Siamo convinti che ci sia molto da imparare da questa giovanissima artista capace non solo di creare un nuovo modo di vivere il fare artigiano, ma di coinvolgere attivamente un’intera comunità nel suo laboratorio diffuso, dando così nuova vita ad altri mestieri che, relegati in un passato anacronistico, rischierebbero l’estinzione. Il progetto imprenditoriale Bruzziches, partendo dalla creazione di un oggetto, è stato capace di catalizzare diverse realtà artistiche e artigiane. Dal magliaio, al tipografo, al tappezziere. Quando Benedetta immagina una nuova linea di borse costruisce una rete collaborativa con altri saperi manuali, spesso molto distanti tra loro, che insieme partecipano ad un complesso processo produttivo».
Sinergie e recupero della cultura del fare, sono questi i principi a cui educare le nuove leve dell’artigianato. Innovazione, digitalizzazione, salvaguardia e implementazione della tradizione, sono i venti che devono muovere l’artigiano del futuro nel suo percorso. «Bruzziches – conclude De Simone – non è solo un marchio e sarebbe svilente definire tale l’incubatore di una vera e propria rivoluzione culturale in seno all’artigianato. Con il suo profondo attaccamento alla terra d’origine e l’originalità con la quale ha unito le conoscenze apprese durante i suoi viaggi in India, Cine e Brasile alle sue radici culturali, Benedetta ha ricostruito attraverso la sua idea di moda l’identità dell’artigiano nostrano che rischiavamo di perdere. La salvaguardia delle peculiarità della Tuscia, ma più in generale dell’Italia, e la loro diffusione attraverso i nostri prodotti è forse l’unico vero rimedio alla crisi e rappresenta anche la speranza per un futuro che ci veda ancora primi nel mondo per le nostre eccellenze artigiane».