Sostegni Ter, Del Moro: “Bonus in edilizia, il Governo riveda la cessione unica del credito”

“Le prime anticipazioni sul decreto Sostegni Ter approvato dal Governo il 21 gennaio creano molta incertezza per le imprese del settore edilizio. Se, infatti, sarà confermata la misura della cessione del credito dei bonus fiscali una sola volta, unitamente ad altre modifiche, le conseguenze per migliaia di aziende che a fatica stanno rialzando la tesa saranno nefaste”. Lo afferma il presidente di Confartigianato Imprese di Viterbo e Confartigianato Lazio, in merito alla prima bozza del decreto Sostegni Ter relativamente alle frodi nell’utilizzo dei bonus in edilizia.

“Il rischio è il blocco delle operazioni – continua Del Moro -, anche quelle non considerate attenzionabili o con profili patologici. Siamo assolutamente favorevoli ai controlli sulle distorsioni del mercato, ma per le imprese la cessione unica del credito rappresenterebbe una vera e propria catastrofe, soprattutto per quelle vicine al limite della capacità di “assorbimento” della compensazione dei crediti stessi. E poi per i rapporti in essere, per i quali obbligatoriamente andrebbero rivisti gli accordi tra imprese e cittadini beneficiari dei bonus, cosa accadrebbe? La sensazione è che si genererebbe il caos, bloccando di punto in bianco l’intero settore edilizio”.

Secondo me prime anticipazioni sul decreto varato dal Governo la scorsa settimana, alla data del prossimo 7 febbraio i crediti per i bonus interessati – superbonus 110%, ristrutturazione, ecobonus, facciate, abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche bonus sanificazione in ambienti di lavoro, bonus acquisto dpi e bonus affitto – potranno essere ceduti solo un’altra volta dalle imprese ad latri soggetti (banche, intermediari finanziari). In caso di violazione per le nuove regole, inoltre, i contratti saranno dichiarati nulli.

“Le imprese in regola sono favorevoli ai controlli e all’osservanza delle disposizioni per arginare le frodi e il riciclaggio – conclude Del Moro – ma bloccare la ripresa e il lavoro delle aziende del settore, specie di quelle piccole e medie, non può essere il modo per arginare frodi e riciclaggio. Come Confartigianato ci siamo battuti per avere prezzari di riferimento, e la Regione Lazio ha grazie alla nostra attività sindacale capito l’importanza di procedere in tal senso e ha varato il nuovo tariffario 2022. La nostra associazione sta comunque conducendo una battaglia contro il tempo per la eventuale modifica del testo del decreto prima della pubblicazione, introducendo di nuovo la possibilità di ulteriori cessioni successive a banche e a intermediari finanziari iscritti all’albo e ad altri soggetti qualificati. Abbiamo anche interessato i parlamentari del territorio affinché ci sostengano. Bisogna puntare ora sul riconoscimento della qualificazione delle imprese sane e in regola per non distorcere il mercato: vessare ulteriormente chi lavora onestamente non è accettabile”.

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