Segnali di ripresa per i Confidi

 

La crisi c’è e ancora si fa sentire sui bilanci delle imprese italiane.
Difficoltà che inevitabilmente colpiscono la liquidità a disposizione degli imprenditori
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La recente crisi finanziaria che ha colpito le economie di mezzo mondo ha confermato quello che artigiani e piccoli imprenditori sapevano già da tempo: i Consorzi Fidi possono sostenere gli investimenti e semplificare il rapporto spesso travagliato tra le banche e chi fa impresa nel nostro Paese.
“Durante la crisi, i Confidi si sono dimostrati uno strumento estremamente efficace per continuare a garantire l’accesso al credito alle piccole e piccolissime imprese. In un momento in cui le banche dovevano fare delle scelte anche dolorose su chi finanziarie o meno, la garanzia del Confidi è stata una sorta di certificazione sulla bontà dell’impresa”, ha sottolineato con convinzione Giorgio Gobbi, direttore Servizio Studi struttura economica e finanziaria della Banca d’Italia.
Nel primo quadrimestre del 2010 si è registrato un aumento del 32,6% delle garanzie offerte agli imprenditori. Attualmente, i Confidi artigiani hanno 5.068 milioni di euro di garanzie in essere, con le operazioni a breve termine, che nonostante un calo rispetto al passato, sono ancora la tipologia d’intervento più richiesta.
Come se non bastasse, la crisi è coincisa con la rivoluzione di Basilea 2, che ha stravolto i tradizionali scenari bancari, introducendo parametri che hanno irrigidito i criteri per le garanzie richieste alle imprese e le possibilità operative dei confidi.
“Esistono ancora molti elementi di incertezza – ha ammesso ancora Gobbi – che derivano sia dall’evoluzione del quadro internazionale, con tensioni finanziarie non ancora del tutto sopite, sia dalla ripresa interna. I segnali ci sono, ma sono ancora troppo timidi. Credo che anche i prossimi mesi saranno duri per le micro e piccole imprese del Paese”.
Se questo è il futuro che attende le micro e piccole imprese, la politica italiana, che proprio in questi giorni sta lavorando alla riforma di una corposa parte del Testo Unico Bancario, dovrà offrire al mondo dei Confidi una maggiore semplificazione, una più corposa capitalizzazione ed una nuova era nel rapporto tra i Confidi stessi e le organizzazioni di rappresentanza dell’artigianato.

   

 

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