L‘economia circolare presenta una grande rilevanza per l’economia italiana, mettendo al centro dei processi produttivi e di consumo la riduzione della produzione dei rifiuti. La gestione dei rifiuti realizza 7,1 miliardi di euro di valore aggiunto e, dopo la gestione delle risorse energetiche, rappresenta la seconda voce dell’economia ambientale. La necessità di contenere la produzione di rifiuti è sottolineata da uno degli indicatori proposti da Eurostat per descrivere l’economia circolare. In rapporto a 1.000 euro di prodotto interno lordo – a prezzi costanti 2010 – l’Italia produce 69 kg di rifiuti – al netto dei maggiori rifiuti minerali – di poco superiore ai 65 kg della media UE. L’intensità di produzione di rifiuti in Italia supera i 62 kg della Spagna, i 57 kg del Regno Unito, i 54 kg della Germania e i 46 kg della Francia.
Le piccole imprese si stanno attrezzando alle sfide della riduzione dell’impatto dei rifiuti sull’ambiente come evidenziato nei primi risultati di un sondaggio su 780 imprese lombarde sulla gestione rifiuti e la vocazione al riciclo realizzato a maggio 2019, elaborati dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia. In particolare la rilevazione evidenzia che una impresa su due (46,6%) ha adottato, o adotterà in prossimo futuro, almeno una delle soluzioni specifiche di economia circolare. Inoltre il 19,0% delle imprese intervistate hanno effettuato negli ultimi 4 anni uno o più investimenti green – in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale. Nel dettaglio il 56,6% di queste imprese ‘green’ ha effettuato investimenti per ridurre i consumi di energia, il 44,3% ha acquistato mezzi di trasporto a minor impatto ambientale, il 26,1% ha effettuato la riqualificazione energetica degli edifici e il 12,9% ha è intervenuto sui consumi di acqua.
Negli ultimi 5 anni più di una micro-piccola impresa su dieci (12,8%) ha innalzato il grado di riciclabilità, durevolezza e riparabilità dei propri prodotti/semilavorati; circa i due terzi (62,6%) di queste si sono attivate in modo consapevole servendosi di consulenze dedicate e/o di ricerche ad hoc, l’11,9% è intervenuto a seguito della richiesta del committente, mentre il 25,5% ha realizzato interventi non pianificati.
Per incrementare il grado di circolarità dei prodotti nel 49,4% dei casi le MPI hanno rivisto e migliorato la scelta delle materie prime, nel 33,9% dei casi le modalità di gestione dei rifiuti, nel 30,4% dei casi i processi produttivi e nel 20,9% dei casi la progettazione dei prodotti.
Scegliere di essere pro-ambiente, sviluppando investimenti green, richiede risorse che rischiano di venire immobilizzate dalla forte dinamica dei costi di gestione dei rifiuti: le imprese lombarde intervistate segnalano una crescita media del 20% dei costi per lo smaltimento dei rifiuti negli ultimi 5 anni, un segnale che risulta superiore alla dinamica delle tariffe per le famiglie rilevata in media nazionale.