Pasqua molto bassa, incertezza economica e stazionarietà (-0,1% nel quarto trimestre) dei consumi di beni non durevoli, seppur in miglioramento rispetto ai due trimestri precedenti, stanno caratterizzando il mercato dei prodotti tipici pasquali, in particolare quelli della tradizione del comparto dolciario, un settore ad elevata vocazione artigianale. In Italia sono interessate dai consumi tipici del periodo oltre 54mila pasticcerie e imprese del settore dolciario (pasticceria fresca, gelati, biscotti, cacao, cioccolato, confetteria) e sono oltre 38mila quelle artigiane, che rappresentano il 71,0% delle aziende totali del settore.
La Settimana Santa in corso e gli ultimi giorni di avvicinamento alla domenica di Pasqua saranno, comunque, quelli decisivi per gli acquisti, almeno così si augurano forni e pasticcerie viterbesi che stanno notando una lieve flessione di vendite rispetto agli anni precedenti. Ciò nonostante un deciso rallentamento della dinamica dei prezzi della pasticceria, pur se persistono alcune tensioni sui costi delle materie prime (zucchero +107,9% a febbraio 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, quando l’aumento era stato del +28,4%). Queste pressioni non hanno però ricadute pesanti sui prezzi al consumo che, per la pasticceria anche in chiave territoriale, sono in “dolce” rallentamento. I prezzi, dunque, restano sostanzialmente stabili.
Il Lazio, prima regione del centro Italia, in quanto a consumi di prodotti artigianali per Pasqua è secondo solo dietro alla Campania, con 465 prodotti (8,4%) pasquali della tradizione tra paste fresche e creazioni di panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria. “Nella Tuscia queste produzioni sono caratterizzate dalla biodiversità agroalimentare territoriale, da un’elevata vocazione artigianale, metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo – spiega il segretario di Confartigianato Imprese Viterbo, Andrea De Simone -. In questo quadro congiunturale particolare, gravato anche dall’enorme difficoltà di reperimento di personale qualificato in forni e pasticcerie, nonostante si assista ad una lieve contrazione dei consumi, i prezzi degli alimenti pasquali sono sostanzialmente stabili”.
Non solo. Un altro dato che emerge sul territorio è la scelta dei consumatori di acquistare prodotti artigianali, dalle uova di cioccolato alle colombe, fino alla pizza di Pasqua, regina della tradizione locale: varianti gustose e versioni classiche si possono trovare a Viterbo al Panificio Biscetti Guido, all’Antico Panificio Pianoscarano, al Borgo di Bagnaia e nelle pasticcerie Casantini, Polozzi e Lombardelli, ma anche al Caffè Roma di Soriano nel Cimino, alla Pasticceria Natili di Civita Castellana, alla Pasticceria Millevoglie di Valentano e all’Angolo del dolce di Vignanello.
“Cresce la ricerca dei prodotti di qualità fatti a mano, che nelle tantissime attività socie di Confartigianato nel capoluogo e in ogni angolo della provincia vengono declinati con gusti e tipologie diversificate, anche personalizzate – conclude De Simone -. Prodotti che possono essere acquistati e promossi anche come souvenir della Tuscia, visto che in alcuni casi sono stati decorati con immagini di luoghi simbolo del nostro territorio”.