“Con l’approvazione definitiva del disegno di Legge ‘Made in Italy’ si apre la strada e si offrono strumenti per il rilancio di una politica economica e industriale finalizzata a valorizzare le imprese che realizzano la qualità e l’eccellenza della produzione italiana”. Così il presidente di Confartigianato Marco Granelli commenta il via libera del Parlamento al provvedimento voluto dal ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso.
“Il 96,7% delle imprese che realizzano il made in Italy – aggiunge Granelli – sono micro e piccole, creano il 46,7% dell’occupazione complessiva e producono il 40% del valore aggiunto. Più in dettaglio, sono artigiane il 77% delle imprese che partecipano al made in Italy e su questa tipologia di impresa si deve concentrare ogni iniziativa di valorizzazione e tutela”.
Molti gli aspetti contenuti nel provvedimento che colgono le aspettative di Confartigianato per sostenere l’attività d’impresa e tutelarne le peculiarità: vanno dalla formazione dei giovani alla promozione dell’imprenditoria, dal sostegno dei singoli settori caratterizzanti della manifattura italiana, alla valorizzazione degli asset immateriali, la tutela della proprietà intellettuale, la difesa dei marchi e il contrasto alla contraffazione, il consolidamento delle filiere, fino alla presenza sui mercati internazionali mediante il rafforzamento del nostro sistema fieristico.
In particolare, spicca l’istituzione del liceo del made in Italy, con l’obiettivo di promuovere le conoscenze e le abilità connesse al made in Italy, individuando quelle nuove ‘competenze della contemporaneità’ utili ad attrarre i giovani ed ad orientarne il percorso di studi, l’apertura all’export e all’innovazione e l’importanza delle competenze gestionali e manageriali necessarie a chi intende diventare un imprenditore.
“Si tratta – sottolinea il presidente di Confartigianato – di un cambiamento culturale importante nei percorsi di orientamento scolastico, che ancora oggi pongono scarsa attenzione all’autoimprenditorialità. Il nuovo liceo per il made in Italy potrà così dare anche un nuovo impulso ad un approccio integrato tra formazione liceale e formazione tecnica, rivalutando anche gli attuali percorsi di istruzione tecnica e professionale”.