L’ulteriore stretta monetaria, necessaria per riportare l’inflazione verso il target del 2%, frena il credito, ma in Italia gli investimenti tengono, sale la fiducia delle imprese e cresce l’occupazione. La nostra analisi pubblicata questa settimana su QE-Quotidiano energia sottolinea che il tasso di inflazione ad aprile in Eurozona non scende, mentre in Italia ha registrato un robusto rialzo, interrompendo il sentiero di discesa intrapreso da inizio anno.
Sulla base di queste tendenze dei prezzi il Consiglio della Bce, nella seduta odierna, ha deciso un rialzo dei tassi di riferimento di 25 punti base, portando l’aumento cumulato da luglio 2022 a 375 punti.
La traslazione della stretta monetaria è evidente sia sul costo che sulla quantità di credito erogata, con effetti amplificati sulle piccole imprese.
Come evidenziato nel 24° report ‘Primavera 2023: tendenze, cambiamenti e incertezze’ presentato nei giorni scorsi, a febbraio 2023 il tasso sui nuovi prestiti fino a 250 mila euro, di riferimento per le imprese di minor dimensione, è del 4,59% con una crescita di 245 punti base in un anno.
Il maggiore costo del denaro frena la domanda di credito: a dicembre 2022 i prestiti per le micro e piccole imprese segnano un calo del 3,0%, peggiorando il -1,6% di settembre e risultando più accentuato rispetto al -0,4% del totale imprese.
A livello territoriale il calo più marcato del credito alle piccole imprese è il -4,3% nel Nord-Est, mentre, all’opposto, si osserva una tenuta nelle Isole. Le flessioni più ampie si registrano in Provincia Autonoma di Trento con il -5,8%, Friuli-Venezia Giulia con il -5,6%, Liguria con il -5,2% e Veneto con il -5,0%, mentre solo la Sardegna mostra un aumento, pari all’1,6%. Il calo dei prestiti alle piccole imprese è meno accentuato rispetto al totale imprese in Lazio, Piemonte, Liguria e Provincia Autonoma di Trento.
In merito al credito alle imprese artigiane è possibile analizzare solo la dinamica mensile non corretta dello stock dei prestiti alle quasi-società artigiane rappresentante da ditte individuali, società di fatto e semplici con almeno 5 addetti e società di persone e che assorbono circa la metà dei prestiti al comparto. A dicembre 2022 queste imprese registrano una flessione dei prestiti del 7,0%, più marcata rispetto a quella delle piccole imprese, calo che si approfondisce nei primi mesi di quest’anno (-8,2% a febbraio 2022).
Nell’Appendice statistica del 24° report sono riportati i dati regionali del tasso di interesse annuo effettivo per regione e macrosettore e la dinamica trimestrale del credito negli ultimi due anni per piccole imprese e totale imprese.
Vi sono segnali statistici di maggiore rigidità delle condizioni di finanziamento: a marzo 2023 oltre un terzo (35,0%) delle micro e piccole imprese manifatturiere segnala difficoltà di accesso al credito.
La dinamica dei prestiti, anche in condizioni di bassa rischiosità aziendale, penalizza maggiormente le micro imprese: a dicembre 2022 i prestiti per le imprese a rischio basso ristagnano (+0,5%) per le micro imprese, mentre sale del 2,9% per le piccole, del 4,3% per le medie e del 5,0% per le grandi imprese. Si inverte la tendenza rispetto ad un anno prima, quando erano e micro e piccole imprese a basso rischio che registravano una maggiore dinamica dei prestiti.
La resilienza delle imprese italiane per fiducia, investimenti e lavoro – Ad aprile 2023 il clima di fiducia delle imprese continua ad aumentare per il secondo mese consecutivo tornando sul livello di luglio 2022 il valore più elevato negli ultimi 10 mesi. Una nostra recente analisi evidenzia che, nonostante il rialzo del costo del credito influenzi i piani di investimento, nel 2022 l’Italia registra una evidente resilienza rispetto agli altri paesi Ue, segnando un aumento nel 2022 del 9,4%, un ritmo più che doppio del +4,0% dell’Ue a 27.
Infine, i dati ieri pubblicati dall’Istat indicano un consolidamento dell’aumento dell’occupazione, che a marzo 2022 segna un aumento di 297 mila unità rispetto un anno prima (+1,3%), una dinamica trainata dai contratti a tempo indeterminato e dalla domanda delle micro e piccole imprese.