“La Regione Lazio segua l’esempio della Regione Abruzzo e riapra a metà maggio le attività del settore benessere, ferme ai contributi di 600 euro insufficienti e non arrivati a tutti, e preoccupate anche per i propri dipendenti che ancora non hanno ricevuto la cassa integrazione. E’ necessario dare a queste aziende la possibilità di riprendere il lavoro, offrendo servizi importanti ai cittadini nell’ambito della cura della persona e contrastando così il fenomeno ormai dilagante dell’abusivismo”. Lo chiede Andrea De Simone, segretario di Confartigianato Imprese di Viterbo, in attesa della pronuncia del Governo Conte sull’anticipo delle riaperture al 18 maggio chiesto ieri da Confartigianato.
“Attuando i rigidi protocolli di autoregolamentazione predisposti dalla nostra Confederazione, sarà possibile riaprire garantendo la salute degli stessi imprenditori, dei clienti e dei dipendenti – continua De Simone -. E’ indubbio che la riapertura anticipata sarà positiva non solo per dare respiro a imprese, spesso piccole, chiuse da due mesi e ormai in debito di ossigeno, ma anche per tornare a dare alle persone una parvenza di normalità in questa fase2 che, soprattutto nel nostro territorio, sta facendo registrare una sensibile diminuzione dei contagi. E poi c’è l’aspetto, assolutamente non trascurabile, del contrasto all’abusivismo, che sta pesantemente danneggiando gli artigiani onesti che osservano le regole”.
Secondo i dati del centro studi di Confartigianato, il tasso di irregolarità nel comparto benessere è del 26,3%, rispetto alla media del 15,5% del lavoro irregolare nel totale delle altre attività economiche. Numeri preoccupanti già in tempi normali, per la carenza dei requisiti professionali degli abusivi, che diventano un’emergenza se si considera il rischio sanitario durante la pandemia.
“Confartigianato si è sempre battuta in prima linea per contrastare il fenomeno – aggiunge il segretario De Simone -, a tutela dei nostri imprenditori onesti che in questa fase di emergenza sanitaria sono doppiamente danneggiati dall’abusivismo. Comprendiamo la difficoltà delle imprese chiuse e le necessità dei clienti, ma rivolgersi a un abusivo è un reato: l’unica soluzione sta nella riapertura anticipata perché il primo giugno è una data onestamente inaccettabile. Il Governo tenga conto delle richieste presentate ieri sera da Confartigianato e acceleri il via libera alla ripresa. Lo stesso ci aspettiamo dalla Regione Lazio, fino ad oggi timida rispetto alle richieste del mondo delle imprese, a cui chiediamo uno scatto in avanti prendendo ad esempio le decisioni assunte dall’Abruzzo”.