“Lo abbiamo detto e lo stiamo facendo: per anticipare la riapertura delle attività del settore benessere, prevista dal Governo per il primo giugno, Confartigianato è pronta a dare battaglia”. Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo, annuncia l’impegno in prima linea dell’associazione a sostegno di centri estetici e di acconciatura.
“In tutta Italia Confartigianato ha scritto una lettera a tutti i rappresentanti del territorio in Parlamento per chiedere il loro sostegno al fine di anticipare già alla prossima settimana le riaperture di estetiste e parrucchieri – spiega De Simone -. Come Confartigianato Viterbo abbiamo chiesto ai senatori Francesco Battistoni e Umberto Fusco e al deputato Mauro Rotelli di sostenere le legittime istanze del settore, con tutti gli strumenti a loro disposizione, affinché il Governo Conte possa riprendere rapidamente in esame le proposte di Confartigianato per la riapertura e disporre, conseguentemente, lo sblocco a breve scadenza delle attività”.
“Confartigianato sì è messa a disposizione del Governo per individuare modalità che consentissero lo svolgimento delle attività del settore benessere in assoluta sicurezza – aggiunge De Simone – ma il nostro contributo non è stato accolto con il dovuto peso e con l’adeguata considerazione. Forse l’Esecutivo non ha ritenuto importante apprendere come il lockdown abbia consentito a centinaia di operatori abusivi e irregolari di girare di casa in casa, aggravando una piaga già preoccupante e diffondendo il rischio contagio. Per le attività regolari che Confartigianato rappresenta, e parliamo di oltre 130mila imprese che impegnano 263mila addetti, è stato difficile affrontare il sacrificio di chiudere tra i primi, ma responsabilmente abbiamo accolto le disposizioni del DPCM dell’11 marzo 2020. È difficile però ora accogliere con tranquillità questo ulteriore slittamento della riapertura che interviene a fiaccare ulteriormente il settore”.
“Non è più sopportabile che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri comparti, con una incomprensibile dilazione per la ripresa attività artigiane – incalza -. Con tutto il rispetto per i musei che non scappano, che non possono essere fruiti dagli stranieri e che non rischiano il fallimento, ci chiediamo cosa potrebbero fare estetiste e parrucchieri di più dal primo giugno rispetto ad oggi in termini di sicurezza? È accettabile continuare a farli stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio?”.
“Stavolta il Governo, anche grazie all’aiuto che abbiamo chiesto in tutta Italia ai parlamentari dei territori e che siamo certi non mancherà – conclude -, non potrà ignorare le giuste rivendicazioni di un settore che, se non messo nelle condizioni di riaprire, verrà consapevolmente condannato a morte”.