Rete Imprese Italia non condivide le proposte legislative all’esame della Commissione finalizzate all’introduzione di criteri rigidi per la misurazione della rappresentatività così come ritiene che tale delicata materia non possa essere oggetto di negoziato con le organizzazioni sindacali dei lavoratori attraverso un accordo interconfederale, poiché essa attiene alle relazioni tra le organizzazioni datoriali. E’ quanto si legge in un comunicato di Rete Imprese Italia in occasione dell’audizione presso la Commissione lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, sull’individuazione dei criteri per la misurazione della rappresentatività delle organizzazioni datoriali.
Contestualmente – prosegue la nota – sulla cosiddetta “perimetrazione dei contratti”, Rete Imprese Italia ha rilevato come limitante che l’ambito di applicazione della normativa contrattuale venga rimesso ad un apposito decreto ministeriale poiché è storicamente la facoltà delle parti stipulanti a definirne i limiti. La soluzione non può che essere trovata, in prima battuta, nella capacità di autoregolazione del sistema di rappresentanza sindacale italiano.
Interventi legislativi possono essere valutati positivamente – conclude Rete Imprese Italia – solo se a conferma ed a sostegno dell’autonomia delle parti firmatarie i CCNL, che per storia, diffusione territoriale, dati associativi e attività svolta, sono tradizionalmente quelle comparativamente più rappresentative.