Il settore del trasporto persone (taxi, NCC e autobus turistici) si trova in una situazione di grave crisi ed è tra quelli che sta subendo le peggiori conseguenze dell’emergenza da Covid 19. Il fermo, iniziato ben prima del lockdown e che sta proseguendo, riguarda 38.000 imprese con 40.000 addetti e oltre 70.000 veicoli.
I taxi hanno operato con grandissime difficoltà per quasi tre mesi. Gli autobus turistici e il noleggio con conducente sono sostanzialmente in stand by in attesa che riprendano i flussi turistici e si creino le condizioni per la ripartenza. Il trasporto scolastico è fermo e rischia di non veder riconosciuta alcuna forma di ristoro dei corrispettivi definiti da parte dei comuni appaltanti il servizio. Insomma una situazione grave per migliaia di imprese in grossa crisi finanziaria e che si dibattono nell’incertezza della data esatta in cui potranno ricominciare partire.
Confartigianato Trasporto Persone ha avviato un confronto con il Governo e con le Regioni per trovare soluzioni, stanziamenti specifici ma anche un supporto per aiutare le imprese a individuare nuovi segmenti di mercato.
Dopo l’invio del documento di richieste del settore al Presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini, Confartigianato Trasporto Persone è intervenuta a più riprese sul Governo per sollecitare attenzione verso le categorie rappresentate e da tale azione è scaturita la convocazione della riunione in videoconferenza da parte del Ministero dei Trasporti che si terrà il prossimo 8 giugno.
Secondo Confartigianato occorre mettere in campo un ventaglio di aiuti che possano contribuire a tenere in vita migliaia di imprese e famiglie: contributi a fondo perduto, proroga degli ammortizzatori sociali, azioni di ristoro per servizi in appalto non svolti e proroga dei servizi e infine specifici aiuti per gli autobus nel Decreto rilancio all’interno delle misure a sostegno del turismo.
I servizi taxi e NCC per norma sono integrativi al trasporto di linea e con uno stanziamento ad hoc si potrebbe permettere alle imprese di operare come supporto al Trasporto Pubblico Locale, laddove questo risulti strutturalmente inadeguato o troppo oneroso per la fornitura dei servizi ai cittadini. L’intero settore ha contribuito fino a pochi mesi fa a sostenere la mobilità collettiva in modo efficace, lo ha fatto con un patrimonio di micro e piccole imprese e soggetti collettivi che rappresentano eccellenze su tutto il territorio nazionale e non possiamo correre il rischio di disperderlo.