I conti nazionali pubblicati ieri dall’Istat certificano il ruolo di driver della ripresa del settore delle costruzioni. Nel 2021 gli investimenti in costruzioni trainano la ripresa, segnando un aumento record del 22,3%; dopo un calo del 6,7% nell’anno dello scoppio della pandemia, gli investimenti in abitazioni e opere edilizie si collocano sopra del 14,1% rispetto al 2019, recuperando i livelli precedenti al 2011, anno dello scoppio della crisi del debito sovrano che portò, con gli interventi di politica fiscale pro-ciclici, i maggiori danni proprio ai settori dell’edilizia e dell’immobiliare.
A fronte di un aumento del PIL di 6,6%, si calcola che 1,8 punti di tale crescita deriva proprio dagli investimenti in costruzioni.
L’impulso dell’edilizia alla ripresa è stato coadiuvato dagli interventi finanziati con il superbonus, che secondo il monitoraggio dell’Enea e Mite pubblicato stamane, al 1° marzo hanno cumulato investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione per 14.772 milioni di euro.
Mantenere il tono della crescita delle costruzioni rimane una priorità di politica economica dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e il conseguente aggravamento della crisi energetica. Vediamo i motivi di questa opzione di policy.
1/ edilizia energy saving sul lato della domanda e dell’offerta
L’economia italiana deve risparmiare energia. Sul lato della domanda, gli interventi finanziati con il superbonus e l’ecobonus consentono di risparmiare elettricità e gas consumati dalle famiglie. Sul fronte dell’offerta, l’attività delle costruzioni presenta, rispetto agli altri macro-settori, un più basso utilizzo di energia per unità di valore aggiunto creato
2/ crisi internazionale penalizza il made in Italy e la manifattura
Dopo che nel 2021 l’export ha recuperato ampiamente i livelli pre-crisi, il rallentamento del commercio internazionale e la riduzione del valore aggiunto determinato dallo scoppio della guerra russo-ucraina, dai rincari delle materie prime e dall’aumento dei costi dell’energia ridurrà il contributo della manifattura alla crescita.
3/ consumi spiazzati dal caro-energia e domanda turistica debole penalizzano i servizi
Le stime preliminari sui prezzi pubblicate questa settimana dall’Istat indicano un’accelerazione dei prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +38,6% di gennaio a +45,9%. La spesa dei bilanci famigliari assorbita da elettricità, gas e carburanti, voci di spesa maggiormente rigide rispetto alle variazioni di prezzo, determinerà una riduzione dei volumi di spesa per consumi non energetici, penalizzando il settore del commercio, dei trasporti, dell’alloggio e ristorazione. La stagione turistica estiva subirà le conseguenze della guerra e delle sanzioni.
4/ creazione di posti di lavoro stabili
Nelle condizioni di incertezza determinate dalla pandemia, amplificate dalla grave crisi internazionale in corso, la domanda di lavoro privilegia i contratti a termine. Le costruzioni, al contrario, sono il settore che presenta la quota più elevata di posti di lavoro creati a tempo indeterminato.
Come ben evidenziato ieri dall’analisi di Confartigianato del Veneto, il superbonus sta sostenendo investimenti e lavoro entrambi di qualità, con effetti benefici sull’input di lavoro, che registra un aumento del 20% delle ore lavorate.
Sempre dall’analisi dei conti dell’Istat, si evidenzia che nel biennio della pandemia l’occupazione cresce solo nelle costruzioni, con le unità di lavoro che nel 2021 segnano un aumento di 126 mila unità rispetto al 2019, mentre si registra un calo di 66 mila unità nella manifattura e di quasi un milione (928 mila unità) nei servizi.
In conclusione va osservato che, anche a fronte di un contesto internazionale più turbolento, l’Italia deve realizzare un adeguato tasso di crescita del PIL, unica via per mantenere la sostenibilità dell’alto debito pubblico: secondo l’ultimo report di Banca d’Italia, al 31 dicembre del 2021 il debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 2.678,4 miliardi di euro, in aumento di 104,9 miliardi nell’ultimo anno.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, che amplifica le minacce sulla manifattura e sui servizi che provengono dal calo della domanda estera e dei consumi, appare vitale per i processi di crescita mantenere il sostegno della politica fiscale al comparto delle costruzioni.
Una approfondita analisi settoriale, predisposta dall’Ufficio Studi per ANAEPA-Confartigianato Edilizia, è contenuta nel report ‘Tendenze e struttura del comparto dell’Edilizia nella ripresa 2021-22’.