In occasione della XII “Giornata Nazionale di Predizione dell’Alzheimer”, organizzata da ANAP, Confartigianato e ANCoS che anche quest’anno vede la collaborazione del Dipartimento di Scienze Geriatriche dell’Università la Sapienza di Roma, la Fondazione per lo studio della geriatria e gerontologia e la Croce Rossa italiana, l’associazione pubblica la ricerca “Alzheimer e anziani. Analisi di alcune evidenze su popolazione di 65 anni ed oltre”. Si tratta di una raccolta di dati aggiornati su malati di Alzheimer e demenze senili, con un focus su quelli territoriali per incidenza di mortalità, elaborata dall’Ufficio Studi Confartigianato impresa e riferita al 2015.
In Italia sono 616.000 gli anziani malati di Alzheimer o di demenza, il 4,7% della popolazione anziana. L’incidenza dei malati di Alzheimer aumenta con l’avanzare dell’età: lo 0,4% dei malati ha un’età compresa tra i 65 e i 69 anni, l’1,9% colpisce chi ha tra i 70 e 74 anni, il 3,4 % tra i 75 e i 79 e raggiunge l’11,5% negli anziani che hanno oltre 80 anni. Le donne sono più colpite, con un’incidenza del 6,0%, doppia di quella degli uomini. L’insorgenza della malattia è più diffusa tra gli individui meno istruiti, con una quota doppia rispetto a chi ha un’istruzione media, mentre l’insorgenza della malattia incide meno su soggetti altamente istruiti. Dal 2006 il tasso di mortalità riferito alle due malattie è del 29,7%, con un trend in crescita che ha toccato il 33,15 nel 2012: da quell’anno si rileva una diminuzione, ma nel 2015 il tasso aumenta fino al picco massimo del decennio con il 36,15.
L’Alzheimer influenza la qualità della vita: oltre alla difficoltà di concentrazione, i malati hanno gravi disagi nelle attività di cura della persona e nelle attività casalinghe, incorrendo spesso in incidenti domestici. In Europa il tasso di mortalità dei cittadini anziani che muore per Alzheimer è del 10,1 e l’Italia mostra un’incidenza minore (è penultima con l’8,1%) rispetto agli altri Paesi: la Spagna è al primo posto con il 15,7% seguita da Francia e Regno Unito. Nel nostro Paese i più alti tassi di mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso si registrano in Valle D’Aosta (48,5) Piemonte (36,4), Sardegna (36,4), Veneto (36,2) e nella Provincia autonoma di Bolzano (35,9); i tassi più bassi si hanno in Calabria (24,7) , Campania (25,7), nella Provincia sutonoma di Trento (26,3) e in Basilicata (26,7). La provincia più colpita è quella di Carbonia-Iglesias (45,6), mentre i tassi più bassi si registrano a Ravenna (20,5).
L’Alzheimer è un processo degenerativo che colpisce le cellule del cervello e coinvolge in particolare le aree che governano la memoria, il linguaggio, la percezione e la cognizione dello spazio; ha un impatto devastante sul singolo paziente, ma anche su tutta la società, se si considera che la spesa sociale totale imputabile alla malattia è nell’ordine delle decine di milioni di euro. I dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato da anni dimostrano che questa malattia non ha confini sociali, economici, etnici o geografici. Non è infettiva né contagiosa, ma soprattutto non è il normale risultato dell’invecchiamento. Prevenire l’Alzheimer è ancora impossibile, perché quando compaiono i primi sintomi clinici della malattia, significa che è già in atto il processo neurodegenerativo nel soggetto.
Conoscere la malattia è dunque fondamentale per il futuro della popolazione anziana: gli studi indicano che circa un terzo dei casi di Alzheimer possano essere attribuiti a fattori di rischio modificabili, sui quali è quindi possibile agire il più precocemente possibile cambiando il proprio stile di vita. Per questo ANAP e ANCoS di Confartigianato da anni promuovono la campagna di predizione della malattia e dal 13 aprile sono presenti nelle principali città italiane con i gazebo: oltre alla somministrazione di questionari appositamente studiati per la raccolta dati, sarà possibile effettuare un nuovo test sul tema della non autosufficienza e sarà distribuito materiale informativo sulla malattia.