No alla cultura dell’usa e getta, sì alla manutenzione e all’uso corretto e responsabile dei prodotti. E’ la posizione di Confartigianato, intervenuta ieri in audizione alla Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, che ha espresso giudizio positivo sul disegno di legge che prevede modifiche al Codice del Consumo per circoscrivere il fenomeno dell’obsolescenza programmata dei beni di consumo e introdurre maggiori tutele e garanzie per il consumatore, assicurando, al tempo stesso, maggiori spazi di mercato per il settore delle riparazioni.
Secondo Confartigianato la vita di un prodotto va preservata a lungo e per fare questo occorre redistribuire responsabilità e ruoli ad ogni soggetto della filiera: il produttore, il fornitore di pezzi di ricambio, il riparatore ed il consumatore.
E’ necessario – hanno sottolineato i rappresentanti della Confederazione – realizzare modelli di produzione e di consumo sostenibili, in un’ottica di economica circolare e in linea con gli impegni assunti nell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e con l’Agenda 2030 dell’ONU. Se ben progettati, i prodotti possono durare più a lungo e sono più facili da riparare, rigenerare e, una volta arrivati a fine vita, è anche più semplice recuperarne le componenti da smaltire con vantaggi per la difesa dell’ambiente.
Confartigianato fa rilevare che in questi anni il mercato delle riparazioni ha subito un preoccupante calo derivante, in parte, proprio dall’obsolescenza programmata dei prodotti e dalla difficile reperibilità dei pezzi di ricambio con cui i produttori ostacolano la rete di assistenza post vendita. Per questo la Confederazione condivide l’impostazione del Ddl che garantisce il reperimento in tempi certi delle parti di ricambio e favorisce la riparazione dei prodotti e, in proposito, auspica un rafforzamento di ulteriori garanzie per il consumatore in termini di responsabilità del produttore industriale.