La querelle sulle dimensioni delle imprese italiane continua a tenere banco nel dibattito mediatico. Il presidente di Confartigianato Marco Granelli interviene oggi su Il Foglio per replicare ad un’analisi pubblicata sullo stesso quotidiano lo scorso 28 ottobre e dalla quale riemergono le consuete accuse di ‘nanismo’ rivolte al nostro sistema imprenditoriale.
Granelli parte dal presupposto che “ogni dimensione d’impresa ha uguale diritto di cittadinanza” e invita a “chiedersi perché non si cresce e perché, negli anni, abbiamo perso così tanti big player dell’imprenditoria italiana”.
La risposta, per il presidente di Confartigianato, è “nell’ambiente costellato di ostacoli” che circonda le aziende di qualsivoglia ‘taglia’ esse siano e che soffrono tutte i medesimi problemi: “l’inutile e costosa burocrazia dominata dal ‘potere del timbro’, le lunghe attese per un’autorizzazione ad operare, lo stillicidio di mille balzelli. Hanno in comune la medesima aspettativa di servizi pubblici efficienti, a fronte di tasse tra le più alte d’Europa, di certezza delle norme, di un migliore accesso al credito, di condizioni e strumenti efficaci per innovare e potenziare la qualità della propria azienda”.
Granelli è categorico: “Essere piccoli non è una colpa”, soprattutto visti i positivi risultati ottenuti proprio dagli artigiani e dai piccoli imprenditori sui fronti dell’export, della produttività, dell’occupazione, dell’economia circolare.
E continua: “Non si cresce per decreto, ma trovando un terreno libero da ostacoli, fertile di stimoli, di sostegni adeguati, di lungimirante visione politica orientata allo sviluppo economico e all’interesse generale del Paese, alimentato da equilibrate relazioni con le altre dimensioni d’impresa e con gli altri attori economici e sociali”.
Il Presidente di Confartigianato conclude con un appello a chi guida il Paese e a chi lo osserva e lo analizza: “Tutti gli imprenditori, di ogni settore e dimensione aziendale, devono essere considerati degni dell’attenzione necessaria ad aumentare la loro competitività. La battaglia per fronteggiare le incognite di questi tempi così difficili e per far ritrovare all’Italia la strada dello sviluppo va condotta tutti insieme, Stato e imprese, senza distinzioni di ‘taglia’”.