La pressione inflazionistica comprime i consumi delle famiglie in questa afosa estate 2023, ma nel capoluogo della Tuscia i volumi di vendita di gelato artigianale sembrano andare in controtendenza rispetto al dato nazionale, che fa invece registrare una flessione del 4,7% in relazione a dodici mesi fa. Complice forse il caldo afoso, i viterbesi ad un buon gelato artigianale realizzato con materie prime di alta qualità dalle gelaterie di Confartigianato Viterbo non rinunciano. E il positivo dato del capoluogo è in linea con quello regionale: secondo l’ultima elaborazione Istat, svolta in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, la spesa per le famiglie per gelati più elevata si riscontra infatti proprio in Lombardia con 328 milioni di euro, ma subito dopo c’è il Lazio, con 167 milioni. Secondo i dati di Confartigianato, il 43,8% della spesa delle famiglie è poi intercettabile da parte delle gelaterie artigianali e delle micro e piccole imprese del settore a vocazione artigiana.
“Nonostante il costo delle materie prime abbia fatto registrare un incremento del più 25/30% e quindi noi produttori abbiamo meno margine, abbiamo lasciato il prezzo del gelato piccolo a 2,50 euro – spiega Valentina Uselli di CreamItaly, in via San Lorenzo –. Siamo stati i primi a introdurre questo prezzo, considerata l’elevata qualità dei prodotti utilizzati per realizzare il nostro gelato, ma negli anni lo abbiamo lasciato invariato senza aumenti. Come va la vendita? Quest’anno Viterbo è molto visitata, c’è un grande afflusso di turisti che gradiscono molto il gusto del gelato artigianale. Coi viterbesi, che d’estate escono solo di sera ma che poi tornano a farsi vedere a settembre e ottobre, lavoriamo meno, ma coi turisti invece la vendita va molto bene. I gusti preferiti dai clienti? Sicuramente il pistacchio 100% Sicilia, che è la nostra punta di diamante. Ma quest’anno abbiamo voluto fare anche un tuffo nel passato con i gusti Malaga e zabaione, grandi classici che si trovano più poco. Vecchi sapori che la clientela apprezza molto”.
“Per noi quest’ultimo è stato un anno molto particolare, tra i lavori del superbonus nello stabile dove si trova la nostra attività, il cui cantiere per ovvi motivi ci ha penalizzato, sia per la posa della fibra che ha limitato transito e parcheggi, sia per la lunga chiusura per riqualificazione di via Maria SS Liberatrice e piazza San Faustino – spiega Federico Rossi della Pasticceria Gelateria Polozzi in piazza della Rocca -. Poi ci si è messo anche il maltempo di maggio e giugno, ma il gran caldo di questi giorni invoglia ad acquistare il gelato, specie nel tardo pomeriggio. Oltre al gelato classico, non potevamo far mancare anche le nostre granite artigianali, accompagnate per chi vuole da una soffice brioche”. Tra le tendenze del momento svettano i gelati alla frutta. “Per noi sono dei sorbetti in quanto vengono prodotti senza aggiunta di latte. Per l’appunto la richiesta di gusti senza lattosio è in aumento, come anche la richiesta di gusti senza zucchero – continua -. Le creme restano sempre intramontabili e tra questi notiamo rispetto lo scorso anno che c’è maggior richiesta di gusti leggermente alcolici come lo zabaione, la zuppa inglese, il Malaga, realizzati tutti rigorosamente senza l’utilizzo di semilavorati che a noi non piacciono. Il gusto forse più apprezzato anche dai bambini è Avellana, un fior di latte variegato con la crema spalmabile al cacao e nocciole al 65% di nostra produzione, totalmente diversa per qualità rispetto ai tanti semilavorati che si possono trovare in commercio”.
“La nostra produzione è aumentata costantemente da quando, in periodo covid, abbiamo aperto – spiegano Alessia Boccialoni e Paola Dell’Aversana della gelateria Il gelato di nonno Ugo in via Roma, a due passi da piazza del Comune -. Ci sono stati diversi eventi e diverse iniziative in centro, la gente ha avuto modo di assaggiare e conoscere il nostro gelato. Viterbo è piena di turisti che non ne fanno a meno, la richiesta aumenta soprattutto nelle ore del tardo pomeriggio e serali, ma anche nelle ore più calde lavoriamo molto con l’asporto e le consegne a domicilio con le piattaforme Deliveroo e Glovo”. Tra i gusti novità 2023 ci sono il caramello salato coi pistacchi caramellati e il biscotto al caramello che ricorda il biscotto lotus. “Ai clienti piace molto anche sapori di Sicilia – aggiungono -, una ricotta variegata con mandorla e pistacchi, ma anche la visciolata, il pistacchio grezzo, il cubano al ruhm e la classica crema”.
Tra i trend dell’estate non può mancare anche un riferimento al film del momento, quello con protagonista la bambola più famosa del mondo. “Quest’anno la sorpresa è il gusto Barbie, tutto rosa con variegatura di cioccolato alla rosa, macarons meringhe e marshmallow – svela Katia Casantini della Pasticceria Casantini, i cui prodotti sono acquistabili nei punti vendita di via del campo sportivo scolastico, via Cairoli, via Monte Bianco, via del Lavatoio alla Quercia -. Al primo posto però ci sono sempre i gusti classici, come la nocciola o il cioccolato extra fondente, ma se cerchi qualcosa di particolare vanno per la maggiore i variegati con una nota croccante e il caramello salato. L’accostamento con le arachidi salate o le mandorle salate dà vita, poi, a gusti come la salamandorla, che sta piacendo tantissimo ai clienti. Il mio preferito, lo confesso, è il gusto cannolo siciliano con bucce di arancia, gocce di cioccolato e canditi, rigorosamente senza glutine”.
“La richiesta di gelato è sempre in crescita, come vendite siamo in linea con lo sorso anno e il caldo aiuta – conclude Giovanni Spizzichini della Latteria Spizzichini in via Vicenza -. La pioggia di maggio e giugno ha penalizzato tanto la stagione primaverile ed è un peccato perché ad aprile eravamo partiti bene. La nostra produzione, totalmente artigianale e con il latte della nostra latteria, è sempre quella classica, quella che la nostra clientela conosce e apprezza. I prezzi al chilo? Un aumento c’era stato per forza di cose lo scorso anno, per star dietro ai rincari dell’energia. Quest’anno però sono rimasti invariati, anche se l’aumento delle materie prime è sensibile”.