Il ministro per Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli è intervenuto oggi al convegno promosso da Confartigianato sul tema “Autonomia differenziata, quali effetti su territori e imprese“, al quale hanno preso parte i presidenti e i segretari delle associazioni territoriali e delle federazioni regionali del sistema confederale e che ha visto gli interventi di Luca Bianchi, direttore di Svimez e Andrea Giovanardi, professore di Diritto tributario all’Università di Trento.
L’evento, aperto dal presidente di Confartigianato Marco Granelli, ha consentito di fare il punto sul disegno di legge, approvato lo scorso 2 febbraio dal Consiglio dei Ministri, per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Il presidente Granelli ha indicato le aspettative dell’artigianato e delle piccole imprese, diffusi e radicati sul territorio e che rappresentano la stragrande maggioranza delle aziende italiane, per una riforma che valorizzi le specificità produttive a livello locale e migliori l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici, all’insegna della responsabilizzazione della governance regionale, in un quadro di politiche nazionali finalizzate alla crescita e alla competitività e ispirate alla solidarietà tra i territori.
Nel corso del suo intervento, il ministro Calderoli ha svolto un breve riepilogo della storia della riforma, dalle modifiche del Titolo V fino ai giorni nostri. Inoltre ha risposto alle domande dei rappresentanti del sistema Confartigianato, fornendo gli opportuni chiarimenti su temi come spesa storica, residuo fiscale, iter della riforma, tempi del Parlamento, sottoscrizione ed effettiva attuazione delle intese, salvaguardia finanziaria per i conti dello Stato.
“Da parte delle imprese – ha sottolineato il ministro Calderoli – ho visto interesse verso la riforma, in particolare alla potenzialità che questa porta con sé e agli effetti vantaggiosi che potranno esserci anche per il mondo del lavoro. E’ stata l’occasione non solo di esporre il progetto dell’autonomia differenziata ma anche di sfatare certi miti negativi, assolutamente falsi. In primis non ho intenzione di spaccare il Paese, tanto è vero che nel disegno di legge nessuno è mai riuscito a trovare un comma a danno di alcuni territori piuttosto che altri. Inoltre la firma del presidente della Repubblica, massimo garante della Costituzione e dell’unità nazionale, dovrebbe aver chiarito le idee anche a quegli ultimi polemici che accusano l’autonomia di essere incostituzionale e pericolosa per l’Italia. Casomai il mio obiettivo è quello di ridurre le disuguaglianze che già ci sono, e non solo tra nord e sud ma anche tra città e periferie, grandi agglomerati e zone montane, isole grandi e minori. L’Italia è già divisa e le difformità sono evidenti, ora è giunto il momento di ridurre queste sperequazioni e permettere a tutti di valorizzare le proprie differenti potenzialità nel solco del principio di sussidiarietà. Stiamo portando avanti quel progetto iniziato ormai 22 anni fa con la riforma del Titolo V voluta dal centrosinistra e che oggi proprio il centrosinistra osteggia, con diverse incoerenze e vuoti di memoria. Io comunque non voglio rivangare il passato ma guardare al futuro: l’autonomia è una sfida di responsabilità per gli amministratori della cosa pubblica e di trasparenza nei confronti dei cittadini, un percorso virtuoso che può rilanciare l’Italia se si coglie seriamente questa occasione”.
All’evento sono intervenuti Andrea Stabile, responsabile Affari legislativi e parlamentari di Confartigianato, che ha illustrato il disegno di legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata e Enrico Quintavalle, responsabile Ufficio Studi della Confederazione, che ha disegnato il perimetro della spesa pubblica regionale.