E’ un ciclone spaventoso quello che sta investendo l’autotrasporto italiano. Gli aumenti vertiginosi di questi ultimi mesi delle materie prime, di luce e gas, riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso che fa muovere il trasporto merci in Italia.
L’aumento del prezzo del diesel alla pompa era un anno fa di 1,35 al litro, ed oggi è pari a 1,65 euro (+ 22,3%). Pertanto, il costo del pieno per un mezzo pesante di oltre 11 tonnellate è stimato che sia salito di 150 euro. Prendendo come riferimento la percorrenza media di un mezzo pesante all’anno di 100 mila km che fa circa 3,3 km al litro, il risultato produce un aumento insostenibile per un autotrasportatore, che in soli 12 mesi comporta un aggravio di costo di migliaia di euro per ogni automezzo.
Confartigianato Trasporti ricorda di aver avvertito per tempo dei rischi che si sarebbero abbattuti sul mondo dell’autotrasporto con il rincaro di materie prime carburanti, proponendo alcune misure emergenziali al ministro Giovannini ed alla viceministra Bellanova.
“Purtroppo i nostri emendamenti non sono stati recepiti dal Governo in Legge di Bilancio e le nostre proposte sono cadute nel vuoto, con tutti gli effetti catastrofici che adesso vivono le imprese di autotrasporto”. Questo il duro commento del presidente di Confartigianato Trasporti ed Unatras Amedeo Genedani.
Si trattava di crediti d’imposta sia per l’additivo Adblue per i mezzi diesel più moderni che per il gas naturale liquefatto LNG per controbilanciare gli effetti degli aumenti e dare ossigeno agli autotrasportatori, per i quali la voce carburante grava per il 30% dei costi aziendali.
“Oggi è ancora più urgente porre subito rimedio alla drammatica situazione che potrebbe far diventare conveniente per le imprese spegnere i motori anziché continuare a viaggiare in perdita – afferma Genedani – con conseguenze devastanti per la ripresa economica in atto”.
A tutela di migliaia di piccoli e medi autotrasportatori Confartigianato Trasporti chiede che il Governo metta in campo provvedimenti immediati per alleggerire la pressione sulle imprese, restituendo parte di quel “tesoretto”, quantificato in un 1 miliardo di euro, incassato dal Fisco a titolo di extragettito derivante dalle accise sul prezzo alla pompa dei carburanti.